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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Politiche marittime

Zolfo sulle navi, l'Ecsa chiede più tolleranza

A sei mesi dall'arrivo delle nuove regole, in una lettera aperta gli armatori europei pongono a Bruxelles tre condizioni per renderle più flessibili


di Redazione 
 
Mancano sei mesi all'implementazione della nuova direttiva europea riguardo il Sulphur Emission Control Area (Seca), una regolamentazione sulle emissioni navali di zolfo che interesserà Mar Baltico e Mare del Nord.
La situazione, però, è alquanto complicata per gli armatori, sia dal punto di vista tecnologico che burocratico. Ieri è stato il giorno della scadenza per il recepimento da parte degli Stati membri delle direttive Ue sul Seca (la 1999/32, approvata a settembre 2012), ma la modalità di applicazione non piace all'Ecsa, l'associazione degli armatori europei, che ieri ha pubblicato una lettera aperta in cui manifesta le sue perplessità, chiedendo che le nuove regole vengano non soltanto armonizzate ma che anche la loro applicazione sia, in certe situazioni, tollerata. «Gli Stati membri e la Commissione devono chiarire senza indugio come intendono applicare e armonizzare le politiche di contrasto all'inquinamento» ha detto il segretario Ecsa Patrick Verhoeven. Gli armatori europei si dicono rispettosi degli impegni presi con il Seca  e la corrispondente norma Marpol (allegato VIqui trovate lo "storico" delle applicazioni Marpol), chiedono però che «le regole – afferma Verhoeven - siano messe in atto in modo pragmatico». In sintesi, per l'Ecsa, Bruxelles fa bene ad essere severa, «ma bisogna essere anche realistici».
L'Ecsa pone tre condizioni affinché il Seca possa essere meno inflessibile e più sostenibile per gli armatori, almeno in questa fase iniziale: 
1. L'eventualità che in certe situazioni la percentuale di zolfo nel bunker non venga rispettata. Per esempio, nel caso in cui ci sia un malfunzionamento dei filtri (gli scrubber), o nel caso in cui, durante il rifornimento, il bunker venga "contaminato" dallo zolfo.
2. L'accettazione di sistemi open-loop per gli scrubber. «L'incertezza attuale mette a rischio non solo gli investimenti già fatti, ma ostacola anche le installazioni future» afferma l'Ecsa.
3. Una «giusta attenzione» per l'uso del gas naturale liquefatto (lng) come carburante alternativo, per facilitare l'interazione tra armatori, porti e fornitori di (lng). «Un approccio simile – afferma l'Ecsa - dovrebbe essere adottato anche per consentire l'uso realistico di altri combustibili alternativi, come ad ad esempio il metanolo».
 
Che cos'è il Seca
Il Seca è un pacchetto di norme dell'International Maritime Organization (Imo). In Europa è stato approvato a settembre 2012 con la direttiva Ue 1999/32. Entrerà in vigore in due fasi. Nella prima, dal 2015, le navi che in navigazione nel Mar Baltico e nel Mare del Nord dovranno avere una percentuale di zolfo nel bunker non superiore allo 0,5% per millilitro. Nel 2020 la percentuale scende allo 0,1%. Tenendo conto che le navi in navigazione in queste zone hanno mediamente una percentuale del 2,7%, si tratta di una drastica riduzione che da diverso tempo sta impegnando gli armatori ad aggiornare le loro flotte, modificando i motori delle navi, o comprandone di nuovi. 
Secondo Antoine Kedzierski, funzionario Ue e fino ad aprile scorso responsabile per lo shipping e la qualità dell'aria, le strade che gli armatori potranno prendere per adeguarsi sono tre. La prima, la più costosa, è quella di acquistare combustibile già raffinato. La seconda, più economica, è quella di installare dei filtri, ma impegnerebbe ad un maggiore smaltimento dei rifiuti. Infine impiegando carburante alternativo, come il gas naturale liquefatto, che alcuni ritengono sia il futuro del trasporto marittimo, anche se la sua distribuzione è attualmente in una fase di stallo.
 
Il NOX non è il SOX
Tutte queste misure, è bene precisarlo perché la confusione è dietro l'angolo, riguardano le emissioni di zolfo. Ci sono poi altre misure, sempre rientranti nell'Emission Control Area, che riguardano le emissioni di ossido di azoto (NOx). Qui le direttive sono ancora in fase di negoziazione, con la Russia che, da capofila di rappresentanza anche per altri stati, ha ottenuto una proroga al 2016 e l'applicazione alle sole acque del Nord America.