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29 marzo 2024, Aggiornato alle 08,24
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Infrastrutture

Ucina, al via modifica tassa di stazionamento

Il Governo ha approvato ieri un emendamento che recepisce le istanze del comparto nautico e trasforma l'imposta sui superyacht nei porti in tassa di possesso sul bene


Trasformando l'attuale tassa di stazionamento dei natanti in tassa di possesso sul bene e l'imposta giornaliera in imposta annuale, il Governo ieri ha accolto le istanze del comparto nautico approvando l'emendamento Grillo-Cotrufo di modifica della legge che regola la permanenza degli yacht nei porti italiani. Il provvedimento, discusso e firmato durante la seduta della 10° Commissione del Senato Industria, Commercio e Turismo, rimodula anche gli importi dell'imposta per renderli meno impattanti per il comparto, esclusione della tassazione sulle unità di proprietà degli stranieri, per i natanti e per le unità delle imprese di noleggio e locazione. Un'ulteriore norma contenuta nell'emendamento agevola la permanenza delle grandi unità di stranieri nelle nostre acque, non richiedendo più l'assunzione della bandiera italiana e riallineando quindi la nostra normativa a quella francese. Sono poi attese ulteriori semplificazioni riguardanti il noleggio di imbarcazioni (10-18 m). 
Anton Francesco Albertoni, Presidente di UCINA, Confindustria Nautica,afferma che il Governo ha valutato approfonditamente e con molta attenzione le istanze della categoria prima di recepirle. "Pur perdurando un contesto economico assai difficile che non favorisce la ripresa del settore – spiega Albertoni -  questo complesso di interventi rappresenta per tutti gli esponenti del cluster marittimo un'iniezione di fiducia in quanto sancisce un riconoscimento da parte del Governo dell'importanza dell'industria nautica e del contributo che essa può dare al paese anche in termini di indotto e occupazione".
Le proposte contenute nell'emendamento, condivise da UCINA con le altre Associazioni del Cluster nautico - Assilea, Assomarinas, Assonat, Assonautica, CNA Produzione Nautica, Confitarma, Federazione del Mare, Federagenti, Federturismo, FIV - mirano alla salvaguardia della filiera della nautica da diporto in particolare sotto il profilo della tutela dell'occupazione. Secondo una stima dell'osservatorio Nautico Nazionle, l'imposta originariamente concepita avrebbe potuto causare un danno al comparto un danno di almeno 1,5 miliardi di euro (tra riduzione delle entrate dirette dello stato derivanti dal turismo nautico, mancato indotto generato dai superyacht in transito e investimenti portuali a rischio), con una perdita di circa 9.000 posti di lavoro e un impatto diretto sulla cantieristica nazionale stimabile, in due anni, in una riduzione del 35% del mercato interno.