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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Trimestre 2015 in ripresa per d'Amico

La compagnia registra utile a doppia cifra dopo il saldo passivo del trimestre 2014. Paolo d'Amico: "Il mercato sta vivendo una piccola rivoluzione"


Grazie ad un mercato delle navi cisterna positivo, l'utile netto del primo trimestre del gruppo armatoriale d'Amico è stato di 11,4 milioni di dollari. Una crescita notevole per la società armatoriale quotata in Borsa: nel primo trimestre 2014 era in perdita di 6,8 milioni.
 
«Tutto grazie a un mercato cisterna in forte crescita» commenta l'amministratore delegato d'Amico International Shipping, Marco Fiori. «Sulla scia del trend positivo iniziato nell'ultimo trimestre dello scorso anno - continua - il mercato delle navi cisterna è migliorato in modo significativo nel corso del primo trimestre 2015, raggiungendo i suoi massimi livelli a partire dall'inizio della crisi finanziaria. Abbiamo realizzato un nolo giornaliero sul mercato spot pari a 18.503 dollari, segnando un incremento del 52 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Siamo fiduciosi - conclude - in particolare sul crescente ruolo degli Stati Uniti come esportatore petrolifero, sullo spostamento della capacità di raffinazione mondiale verso il Medio Oriente e l'Asia. Fattori che permetteranno un'ulteriore aumento della domanda di tonnellaggio-miglia. Alla luce di tutto ciò, abbiamo cercato ulteriori opportunita' di crescita nel nostro settore, attraverso l'ordinativo di due navi long range». 

Il bilancio trimestrale d'Amico (in milioni di dollari, tra parentesi il trimestre 2014)
Utile netto 11,36 (-6,83)
Ricavi base time charter 76,96 (46,45)
Ebitda 21,64 (3,80)
Ebit 12,02 (-4,24)

Flotta di proprietà
Tanker 20
Handysize 3

Flotta a noleggio
Tanker 23
Handysize 6

Totale flotta 52 navi
 
 
Intervista a Paolo d'Amico, presidente d'Amico Società di Navigazione Spa (via)

Quali fattori hanno inciso nella ripresa di un mercato che soffriva fino a poco tempo fa?
Il calo del prezzo del barile, che ha portato le compagnie petrolifere a stoccare. La nostra strategia si basa sull'attenzione alle esigenze del territorio, lo dimostra il fatto che stiamo facendo costruire attualmente 42 navi, di cui 18 petroliere.

Perché si costruiscono navi più grandi?
Perché c'è stato uno spostamento delle raffinerie dai luoghi di consumo a quelli di produzione. Ciò ha generato una distanza maggiore da coprire per i raffinati. Di conseguenza una domanda di navi più grandi per creare l'economia di scala relativa. Si sta rivoluzionando una parte del sistema.

Quali sono le caratteristiche delle vostre navi che chiamate "eco"?
Un risparmio sui consumi tra il 20 e il 30 per cento, e minori emissioni. Il settore armatoriale è particolarmente controllato. Le flotte di domani dovranno consumare e inquinare meno.