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24 aprile 2024, Aggiornato alle 19,49
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Politiche marittime

Titoli professionali e imbarco in-sicuro, il lavoro marittimo in Italia

L'analisi di Ugo Dodero sulla formazione del settore e sulle richieste di associazioni di categoria e armatori


di Ugo Dodero - DL News 

Monta la protesta dalla Toscana alla Campania alla Sicilia per chiedere la tutela dei marittimi che lavorano sotto la bandiera italiana. Savino (Italian Yacht Master): "Vogliamo essere ascoltati dal ministro perché abbiamo bisogno di scelte politiche e non burocratiche". L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione Marittimi Argentario e dalla Lavoratori Del Mare e vi hanno aderito altre importanti organizzazioni tra cui Ucina Confindustria Nautica e l'associata Italian Yacht Masters, Collegio Nazionale Capitani, A.Ma.Di., Lavoratori Marittimi della Costa Tirrenica (L.M.T.C.), Cosmar – Comitato per la salvaguardia della dignità professionale dei marittimi e A.Ma.Re. Associazione Marittima Regionale - Gaeta.

Ucina Confindustria Nautica ha ricordato le richieste unanimemente condivise che sono rivolte al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: allineamento dei mesi di navigazione necessari ai fini del rinnovo dei certificati professionali a quanto avviene in Gran Bretagna, quindi per un periodo non superiore ai 12 mesi nei cinque anni di validità del certificato stesso; validità della navigazione su tutte le unità, anche quelle a uso privato, ai fini del rinnovo dei Certificati Mercantili, purché svolta nella "Funzione" del certificato posseduto o in quella immediatamente inferiore nel grado, similmente a quanto fanno inglesi e francesi; proroga temporale di almeno 18 mesi dal 1° gennaio 2017 per assolvere ai corsi di aggiornamento conformi alla convenzione internazionale STCW, richiesti ai fini del rinnovo dei titoli professionali; non separazione carriere Diporto e Mercantile, perché il marittimo deve poter lavorare sempre laddove c'è lavoro; revisione D.M. 121/2005 per rendere allineata ai Paesi concorrenti la carriera nel settore Diporto; gestione unitaria e coordinata del rilascio/rinnovo dei titoli professionali da parte delle Capitanerie; rinnovo per cinque anni, cioè a naturale scadenza, di tutti i certificati Imo STCW rinnovati o rilasciati prima del 31-12-2016, che oggi in attesa dell'entrata in vigore della nuova normativa, vengono rilasciati solo per un anno.

Lauree, certificati Imo, centri costituiti dagli armatori, è tornata la "educazione permanente" nel Bel Paese?

Ritorniamo un attimo al problema del percorso formativo degli allievi. Ove trovino un imbarco, nel prosieguo della loro carriera, verso il grado di 1 Uff.le di coperta o di macchina e poi ancora verso il Master o Chief Engineer troverebbero un significativo ostacolo da parte di una Circolare della Confitarma, che, a seguito di una direttiva dell'Europa, sancisce che i Com.ti ed i D.M., come pure i primi Uff.li di coperta e di macchina, per poter continuare a navigare, debbano essere titolati con una laurea breve – primo livello- . Sorge pertanto un problema per questi Uff.li: dovranno interrompere il percorso lavorativo già in atto per dedicarsi agli studi universitari? Si ravvisava pertanto negli ultimi D.L., e se ne ravvisa tuttora l'inderogabile necessità che, dopo il Nautico, gli allievi vadano a frequentare un corso triennale in una facoltà universitaria  "ad hoc" per essere pronti, già provvisti di laurea ad iniziare la loro carriera, senza essere bloccati alla soglia del grado di primo Uff.le di coperta o di macchina. Sembrava, e sembra tutt'ora la soluzione più semplice, ma, questa ipotesi risolutiva è finita, stante il tombale silenzio che l'ha accolta, nel dimenticatoio. 

Sono invece apparsi sugli organi di stampa percorsi formativi con la presenza dei soliti "attori": Nautico, moduli, ITS vedi Accademie, nonché di altri soggetti sorti come funghi localmente in molte regioni dello stivale, sponsorizzati da autorità locali ma senza alcun collegamento tra di loro. Alcuni armatori sostengono, con pagine intere  su quotidiani locali, percorsi formativi quasi a proprio uso e consumo come se l'istruzione fosse una loro prerogativa. In questo caos, che tu Decio chiami giustamente "Anarchia", nessuno ci si avventura pur sapendo che in tutta l'Europa, in tutto il mondo gli Uff.li sono tutti laureati: in Italia ciò sembra quasi un disonore.

Ovviamente una gran colpa di tutto ciò è da attribuire alla non esistenza di un ministero della Marina Mercantile, allo strapotere del ministero delle Infrastrutture ed al cattivo esercizio delle funzioni del Ministero della Pubblica Istruzione che penso ignori in toto volutamente, o no, il problema. Infine c'è da notare che le Società di Navigazione interna – fiumi, laghi e acque promiscue – hanno da tempo, per la soluzione dei loro problemi, ottenuto una delega del ministero dei Trasporti al Sen. Mancini. Concludo questo mio scritto con l'augurio che i problemi vengano affrontati, discussi e possibilmente risolti con la fattiva collaborazione di tutti gli organismi interessati prescindendo da interessi collettivi e da posizioni preconcette.