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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Tirrenia, ore decisive per la privatizzazione

L'incontro di oggi tra il commissario straordinario Giancarlo D'Andrea e i rappresentanti della cordata Cin (Compagnia Italiana di Navigazione) potrebbe decidere il futuro di oltre tremila lavoratori, indotto compreso


Ore di attesa e di tensione per i 1400 dipendenti di Tirrenia. L'incontro in programma oggi tra i rappresentanti della cordata Cin e il commissario straordinario Giancarlo D'Andrea – che avrebbe dovuto firmare la proroga del contratto di privatizzazione in vista del via libera dell'Antitrust europeo – potrebbe anche essere l'ultimo. L'amministratore delegato della Cin, Ettore Morace, ha già fatto sapere che qualora il commissario dovesse confermare la richiesta arrivata da Bruxelles di versare 400 milioni di euro per gli aiuti ricevuti in passato dalla società di Stato, la compagnia composta da Moby, Marinvest (Msc) e Grimaldi rinuncerà all'acquisizione di Tirrenia. A quel punto, l'unica alternativa praticabile sarebbe quella di vendere separatamente le linee di Tirrenia (il paventato "spezzatino"). Opzione da sempre molto caldeggiata dall'Ue, ma che non darebbe alcuna garanzia ai lavoratori della società. Una prospettiva che ha spinto i vertici politici campani a chiedere con decisione al Governo di convocare urgentemente un tavolo istituzionale nazionale sul caso. In un comunicato congiunto, il presidente della Regione, Stefano Caldoro, della Provincia, Luigi Cesaro e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, affermano l'importanza di "salvaguardare l'unità dell'azienda e soprattutto i suoi livelli occupazionali, essendo a rischio circa tremila posti di lavoro, indotto compreso". Una battaglia che li affianca alle tre sigle sindacali, che hanno organizzato un presidio di lavoratori davanti alla sede del governo, mentre a Napoli oltre 200 tra amministrativi e marittimi della società si sono riuniti in piazza Plebiscito, di fronte alla Prefettura.