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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Tassa sul lusso illegittima, Federagenti plaude la Consulta

La sezione Yacht dell'associazione degli agenti marittimi accoglie con favore la sentenza della Corte Costituzionale che annulla l'imposta sarda. Pesto: "Ora sfruttiamo i nostri attracchi"

Federagenti Yacht accoglie con favore la sentenza della Corte Costituzionale che sancisce l'illegittimità della tassa sul lusso in Sardegna.
«Siamo contenti che anche la Corte Costituzionale, dopo la Corte di Giustizia Europea, abbia eliminato una tassa che ha penalizzato un settore importante come quello dei super yacht» ha commentato Fabio Pesto, presidente di Federagenti Yacht. «In tre anni di questa tassa – spiega - sono state perse circa 200  toccate con una media di circa 4/5 giorni di permanenza per un equivalente di circa 15 milioni di euro di spesa operativa degli yacht. A questa perdita si deve aggiungere il danno subito dall'indotto turistico sardo che ha visto sparire 800 giorni di permanenza estiva sull'isola».
La Corte Costituzionale aveva già dichiarato illegittime le imposte del 2006 e ora, con una sentenza del 17 giugno, ha riconfermato le irregolarità. La giunta regionale sarda, presieduta da Renato Soru, aveva istituito l'imposta regionale sullo scalo turistico degli aeromobili e delle imbarcazioni. La norma era già stata cassata dalla Corte di Giustizia Europea perché "in contrasto con i principi di libera prestazione dei servizi all'interno dell'Unione e con la libera concorrenza", dichiarazioni che la Corte Costituzionale ha fatto proprie. La violazione del principio di libera circolazione dei servizi deriva dal carattere trasfrontaliero della tassa che andava a incidere sui servizi offerti dalle imprese locali a cittadini o aziende di altri stati membri. La disparità di trattamento nell'imposizione del tributo risparmiava i residenti pesando così sui costi finali del servizio che potevano essere offerti a condizioni economiche più competitive dagli imprenditori stabiliti in sardegna. «La legge – secondo la Corte - non può essere giustificata con il pretesto di utilizzare le maggiori entrate per interventi in favore dell'ambiente dal momento che tutte le barche e gli aerei inquinano, compresi quelli dei residenti». Secondo la Corte, con l'applicazione di questa tassa la Sardegna rinuncerebbe anche a un maggiore gettito fiscale e distorcerebbe la concorrenza con un trattamento fiscale che premia i residenti. 
«Lo yachting è un segmento importante dell'economia nazionale: le sole spese operative valgono 200milioni ed il potenziale è di ulteriori 800milioni» ha concluso Pesto, secondo il quale «la vera sfida è assicurare una permanenza continuativa della flotta che tocca le nostre coste. In questo modo i nostri attracchi verrebbero utilizzati come veri home port e l'offerta dei servizi e del refit&repair italiano verrebbe ulteriormente implementata aumentando così la ricaduta economica sul territorio».