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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

Taranto, a Palazzo Chigi vertice sul futuro del porto

Il sindaco Ezio Stefano e il presidente dell'Autorità portuale, Sergio Prete, incontrano oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti


Un incontro a Roma per discutere sul futuro del porto di Taranto, argomento divenuto scottante da quando il terminalista Evergreen ha deciso di spostare a Bari l'approdo delle navi oceaniche la società Tct ha chiuso l'operatività del terminal a causa dei lavori per l'adeguamento dello scalo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha programmato per oggi una riunione con il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, e con il presidente dell'Autorità portuale, Sergio Prete. Oggetto del confronto sarà la proposta che giovedì scorso la presidenza ha spedito sia ad Evergreen, quale azionista di Taranto container terminal, che all'Autorità portuale al fine di superare la situazione di pesante stallo in cui si trova l'infrastruttura.

La situazione

Ieri il sindaco aveva intanto ricevuto a Taranto i sindacati dei trasporti per un fucus sulla situazione in vista del vertice di oggi a Roma. Il primo cittadino è preoccupato e sottolinea che il terminal container non può rimanere fermo per quasi due anni prima che torni il traffico container, con il rischio di personale in esubero. Da fonti sindacali si apprende che la proposta spedita dalla presidenza del Consiglio sarebbe inferiore ai contenuti dell'accordo per il rilancio del porto di Taranto stipulato nel 2012. Tutto il 2015 e il 2016 passerebbero invano, nel 2017 ci sarebbe una ripresa di traffico intorno ai 200mila teu l'anno mentre si andrebbe a regime dal 2018 al 2021 con 800mila-un milione di teu l'anno. Il sindaco teme che, con numeri non adeguati di traffico, "ci possano essere 180 esuberi al terminal". Una preoccupazione che si aggiunge a quella per la cassa integrazione per i 570 addetti di Tct che è in scadenza a maggio e per la quale ci dovrebbe essere il rinnovo. Tant'è che la proposta del Governo a Evergreen, oltre a chiedere alla compagnia di far rientrare a Taranto il traffico portato a partire dal 2001 al Pireo, si basa anche sul rinnovo della cassa e sulla condivisione del cronoprogramma dei lavori di adeguamento al terminal, problema, questo, che sinora ha visto Taranto container terminal - di cui Evergreen è azionista al 40% - e Autorità portuale su posizioni divergenti.