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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Trieste, annuncio shock: "Lasciamo Assoporti"

Il presidente dell'Authority Marina Monassi in un'intervista: "Sistema vecchio, troppe rappresentanze". Il rammarico di Nerli: "Aperti ad un confronto"


Assoporti ha perso un importante membro, nientemeno che lo scalo di Trieste. Ad annunciarlo è la stessa neopresidente dell'Autorità Portuale friuliana, Marina Monassi, che, in un'intervista rilasciata al Secolo XIX, ha detto chiaramente di essere intenzionata a lasciare l'associazione.
Il motivo è semplice: il sistema attuale delle Autorità Portuali è vecchio. Troppi membri nel consiglio delle Authority e, di conseguenza, procedure di approvazione lunghissime. «Non mi sento rappresentata dalla politica portata avanti dall'associazione in questo ultimo periodo» sentenzia la Monassi che continua: «In Italia serve una svolta, un vero rinnovamento. Le stesse Autorità portuali così come sono concepite sono vetuste, superate. Forse andavano bene un tempo, quando sono state create. Oggi no: sono vecchie, lente, vanno alleggerite. Non è possibile che, per avere una concessione, servano quaranta fra autorizzazioni e pareri. E a cosa dovrebbe servire, Assoporti, se non a combattere questo stato di cose? Se nessuno fa niente, preferisco mille volte rappresentarmi da sola». Per il presidente del porto di Trieste il vero punto debole risiede nell'eccessivo numero dei membri dei consigli. «L'Authority di New York-New Jersey – spiega - ha un consiglio di cinque persone. Noi siamo ventuno, più una commissione consuntiva di ventisei. Qualcuno mi spiega come possiamo pensare di attirare investimenti, quando basta una voce contraria per bloccare un finanziamento?».
Intanto arriva la risposta del presidente Assoporti Francesco Nerli che si dice "rammaricato" dalla decisione. «Mi impegnerò – afferma in una nota rilasciata dall'associazione - a comprenderne le motivazioni che non sono state esplicitate. Auspico di poter aprire un confronto sereno in ogni sede, su quanto fatto dall'associazione e quant'altro può essere fatto a vantaggio dei nostri associati e della portualità italiana tutta».
 
Nella foto il porto di Trieste