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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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L'etica e il mare, viaggio d'inverno in Finlandia

Presso la Stazione Marittima di Napoli, una mostra fotografica racconta le vicende di piloti, capitani e ormeggiatori della città di Kotka, in Finlandia. 30 scatti che mostrano attività marittime in condizioni climatiche estreme. Fotografie di Jacopo Brancati a cura del Museo Marittimo della Finlandia


Cosa ci fa un fotografo genovese nella città di Kotka, in Finlandia, in pieno inverno? Cosa hanno in comune un paese di 55mila abitanti con la città di Napoli? Due mondi in contrasto che ci raccontano la stessa storia: quella di piloti, capitani e operatori di bordo che, a tremila chilometri di distanza, compiono gli stessi gesti e, probabilmente, incontrano le stesse navi. 
Il Museo Marittimo della Finlandia, in collaborazione con l'Autorità Portuale di Napoli, ha organizzato una mostra fotografica dal titolo "Viaggio d'inverno in Finlandia". Presso la Stazione Marittima del capoluogo partenopeo, fino al 24 ottobre, 30 scatti in bianco e nero raccontano i volti e i gesti di uomini di mare in condizioni climatiche estreme. Il fotografo, Jacopo Brancati, è un genovese trapiantato in Francia conosciuto in Italia grazie al lavoro "Un fotografo a bordo. Uomini e navi del porto di Genova" che racconta le vicende degli operatori portuali dello scalo ligure. All'inaugurazione dell'esposizione erano presenti, tra gli altri, l'ambasciatore della Finlandia Pauli Makela, la direttrice del Museo Marittimo della Finlandia, Leena Haila, e il sindaco di Kotka, Henry Lindelöf.
 
Per portare a termine il progetto di Brancati ci sono voluti tre anni di lavoro, quattro viaggi e una macchina fotografica resa inutilizzabile dal freddo. Si perché se da un lato tutti i porti del mondo si somigliano, sotto certi aspetti Kotka, come molti scali vicini al circolo polare, rappresenta un eccezione. A 30 gradi sotto zero, in pieno inverno, anche i compiti più facili incontrano difficoltà quasi insormontabili e responsabilità in gioco grandissime. Un'operazione di sbarco – racconta Brancati – può richiedere anche quattro ore di manovra per liberare la banchina dal ghiaccio. «Il fondale, ci spiega Brancati, è pieno di ghiaccio e il pilota spesso deve recuperare unità in rada molto distanti dalla costa, guidando attraverso canali molto stretti che cambiano di continuo». Ed è proprio in queste condizioni che la lunga tradizione di questo popolo emerge in tutta la sua forza. «Ho voluto testimoniare una tradizione ancestrale - racconta l'autore – incontrando persone che portano con sé 25 generazioni di piloti, ovvero più di 600 anni di storia. Gli elementi determinanti per il successo delle operazioni sono un'incredibile lucidità e un'abilità che solo una tradizione così antica può tramandarti». Il lavoro in analogico rispecchia proprio quest'esigenza: l'importanza della conservazione e della ripetizione del gesto. 
 
All'interno di un'economia così condizionata dal clima, le operazioni delle navi rompighiaccio sono fondamentali. Proprio per questo le autorità portuali non hanno mai voluto affidare le proprie attività ad una società privata. La Finstaship, gruppo che opera con unità rompighiaccio, rappresenta, sotto questo aspetto, un'intoccabile compagnia di bandiera 
La piccola città finlandese è tappa fissa di molte unità provenienti da San Pietroburgo e dirette verso i porti nordeuropei. «Kotka sta subendo una trasformazione radicale – spiega Pauli Makela – l'economia interna, con la dislocazione delle attività legate al legname, si sta specializzando nella logistica per rafforzare la sua posizione di gateway tra Est e Ovest». 
 
Le vicende di questa piccola città dimostrano come l'etica abbia un legame strettissimo con il territorio. A Kotka una piccola negligenza, una distrazione legata allo stress o un'organizzazione sommaria sono avvenimenti inammissibili con conseguenze disastrose. Lì ogni compito deve essere eseguito con responsabilità, abilità, lucidità, rispetto e sapienza. 
Un'etica marittima all'interno di una realtà così cosmopolita come quella dei porti deve prendere esempio da questi uomini.   
 
Paolo Bosso