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29 marzo 2024, Aggiornato alle 12,33
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Politiche marittime

Obama, estendiamo le aree marine protette

Nel corso di "Our Ocean", la conferenza mondiale sulla tutela delle acque svoltasi a Washington, venti Paesi si sono impegnati a creare nuovi santuari marini custoditi


"Our Ocean", il nostro oceano. E' il nome della conferenza internazionale sulla tutela delle acque marine mondiali, che si è svolta nei giorni scorsi a Washington. Il meeting, almeno sulla carta, ha raggiunto un risultato importante: ben venti Paesi di tutti i continenti, si sono impegnati a creare nuove aree marine protette o a estendere quelle già esistenti. Così Cambogia, Canada, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Francia, Micronesia, Kuwait, Libano, Malesia, Malta, Marocco, Norvegia, Repubblica del Congo, Seychelles, Korea del Sud, Sri Lanka, Tailandia, Regno Unito e Stati Uniti, hanno deciso di porre sotto tutela, complessivamente, altri quattro milioni di chilometri quadrati in zone di mare particolarmente delicate, per preservarle dai rischi dell'inquinamento e dell'eccessivo sfruttamento della pesca.


"Al momento – scrive Romualdo Gianoli sulla rivista scientifica Micron – le aree marine protette coprono un po' meno del 3% di tutti i mari del mondo e, sebbene in termini assoluti questo possa apparire un dato notevole, in realtà si tratta di ben dieci volte meno del minimo necessario, secondo le stime degli scienziati. Questo spiega perché l'impegno preso a Washington nei giorni scorsi, di aumentare o creare nuove zone di mare protette, sia stato accolto con tanto entusiasmo dal presidente Usa Obama e dal Segretario di Stato Kerry".


Nel corso dell'incontro nella capitale Usa, diverse nazioni, organizzazioni per la conservazione ambientale e anche imprese, si sono impegnate in iniziative dal valore complessivo stimato in oltre 6,3 miliardi di dollari. "Denaro – spiega Gianoli – che è stato e sarà speso per sostenere la salute dei mari, attraverso azioni mirate a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, la pesca illegale, l'inquinamento delle acque e la scomparsa delle specie ittiche".