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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Eventi

Il destino del porto di Napoli nel "Sabato delle idee"

Ivano Russo (Mit): "C'è bisogno di una regia nazionale dei porti"


Il "Sabato delle idee" si è fermato in porto a Napoli. Il «pensatoio» fondato da Marco Salvatore, nella sua ultima di sette edizioni, ha dedicato la giornata al futuro del porto di Napoli con un incontro sul tema "dagli anni del commissariamento alla grande sfida dell'Autorità portuale di sistema del Tirreno centrale".

Il porto di Napoli, dove troppe occasioni sono state perdute e molte risorse economiche che si sarebbero potute intercettare non sono state utilizzate, è stato il terreno su cui si sono confrontati ricercatori (Alessandro Panaro di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), istituzioni (Antonio Basile e Andrea Annunziata rispettivamente delle Autorità portuali di Napoli e Salerno, Amedeo Lepore, assessore Regione Campania), operatori ed imprenditori (Umberto Masucci, Ambrogio Prezioso, Salvatore De Biasio, Giuseppe Mele e Mario Mattioli), studiosi, universitari (Rosario Pavia, Luigi Vinci, Marco Salvatore). In conclusione Ivano Russo, dirigente del ministero dei Trasporti che si occupa di questioni portuali. Il tutto nella splendida cornice della Basilica di San Giovanni Maggiore (foto), restaurata e restituita (era chiusa dal 1970) al culto ed alla città.
 
Le opportunità: dragaggi e presidenti
Al centro del dibattito, dunque, non poteva non esserci il tema degli accorpamenti portuali, dei dragaggi e della nuova disciplina che dovrà sovrintendere le "Autorità di sistema". Tutti gli interventi sono stati caratterizzati da una parola abbastanza ricorrente: «opportunità». Un'opportunità è la crescita di Suez (Panaro) dove passano 822 milioni di tonnellate di merce che attraversano il Mediterraneo; un'opportunità può essere l'accorpamento dei porti di Napoli e Salerno (Basile); un'opportunità è il primo progetto del ministro dei Trasporti Graziano Delrio con un'autorità unica centrale –progetto non del tutto accantonato, come vedremo nell'intervento di Russo– che abbia la regia degli investimenti (Annunziata); un'opportunità per il rilancio del porto, del turismo e della città, è rappresentata dalla riqualificazione del molo San Vincenzo e dalla nascita del Museo del mare (Masucci); un'opportunità, infine, la nomina di un presidente qualificato –dopo oltre mille giorni di commissariamento del porto di Napoli– che sappia programmare a lungo e realizzare e portare a termine quelle opere (ad esempio, dragaggi e darsena di levante) fondamentali per lo sviluppo commerciale dello scalo (Prezioso).
 
Una regia nazionale 
Per tutto questo, pare di capire dall'intervento di Ivano Russo, c'è bisogno di cambiare rotta. Il piano della portualità e della logistica ne sta indicando la direzione - anche se sulla materia le Regioni vogliono dire la loro, con il beneplacito della Corte Costituzionale -, il decreto di riforma della governance delle autorità, a quanto pare prossimo al Consiglio dei ministri, provvederà a «snellire» i porti. «76 porti nazionali di cui 24 sedi di autorità», dice Russo «che fanno lo stesso volume di container, circa 10 milioni, di oltre dieci anni fa». Forse c'è qualcosa da rivedere nelle strategie. «E intanto –continua– si pensa a fare grandi piattaforme offshore nell'alto Adriatico, si finanziano nuovi terminal (vedi quello di Augusta)». Port Said, Tangemed, Pireo, intanto, galoppano e Gioia Tauro, il nostro hub container più forte perde traffico. C'è bisogno –è la sintesi di Russo– di una regia nazionale della portualità che provveda ad indirizzare, dal centro, investimenti mirati e funzionali per lo sviluppo.