|
adsp napoli 1
19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

unitraco2
Armatori

GoInSardinia è fallita

Accolta l'istanza di Sinergest (Moby). Si chiude la storia della cordata armatoriale che operava con una sola nave 


Due anni di vita, una sola nave e un'estate, quella dell'anno scorso, pessima. Si chiude la storia di GoInSardinia, compagnia traghetto frutto di una cordata di quasi duecento imprenditori, per lo più sardi. Ieri la compagnia è stata dichiarata fallita dal tribunale di Tempio Pausania, con un'istanza di differimento di fallimento presentata da Sinergest Olbia, l'azienda controllata da Moby che gestisce la stazione marittima di Olbia. Il giudice ha ritenuto che i creditori di GoInSardinia non possano essere garantiti da una procedura consensuale di fallimento.

Breve storia di GoInSardinia
Faceva capo all'amministratore delegato Gianpaolo Scano (foto), che purtroppo verrà ricordato come armatore soltanto per quella lettera inviata ad agosto a  Protezione civile e governo per chiarire quello che era successo a El Venizelos (che negli anni '90 era il traghetto più grande del Mediterraneo), l'unica nave di una compagnia senza flotta, andata in avaria l'estate scorsa lasciando a terra un migliaio di persone. È bastato il carburante sporco, a detta di Scano, per mandare all'aria l'unica stagione utile. GoinSardinia dichiarava di non avere i soldi neanche per pagare il bunker. Decine di ore di ritardo e disagi per un migliaio di passeggeri che dalla Sardegna andavano sulla terraferma e viceversa, che alla fine hanno fatto class action col Codacons e ottenuto un sequestro cautelare dei beni della compagnia per mezzo milione di euro. La storia si chiudeva con Anek Lines, la proprietaria di El Venizelos, che ritirava la nave per mancato pagamento dei noli. GoInSardinia ha risposto con una richiesta di risarcimento danni da 1,2 milioni, aprendo un arbitrato ancora in corso a Londra. «Una situazione – ha spiegato a La nuova sardegna il legale di GoInSardinia, l'avvocato Tommaso Masu – che non tutela le 28 maestranze che attendono di essere liquidate per il lavoro svolto nella stagione turistica 2014, un impiego stagionale mai retribuito. Abbiamo agito per tutelare i loro diritti».

Finisce così questa storia armatoriale esemplare per le difficoltà a cui va incontro qualunque piccola impresa armatoriale che voglia operare in concorrenza con i big, in questo caso la ex-bandiera-Tirrenia della continuità territoriale isolana.