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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Tassa sul turismo, il cluster marittimo dice no

Coro di critiche contro la proposta Anci di istituire un'addizionale sui diritti di sbarco e imbarco. Per Clia Europe sarebbe "inaccettabile e autolesionista" 


La tassa sul turismo? "Inaccettabile e autolesionista". Giunge da Clia Europe l'ultimo (per ora) giudizio al vetriolo sulla proposta di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) al Governo di emendare la legge istitutiva delle Città metropolitane per consentire loro la possibilità di istituire "un'addizionale sui diritti di imbarco di passeggeri sulle aeromobili" e "un'imposta di sbarco a carico dei passeggeri delle imbarcazioni che attraccano nei porti situati nel territorio delle città metropolitane".


Le reazioni
Pierfrancesco Vago, presidente di Clia Europe, spiega senza mezzi termini che il governo dovrebbe mettere da parte questa proposta. "Si dovrebbe davvero guardare al turismo – dice Vago - come a una risorsa preziosa per il Paese, in grado di attirare grandi capitali, creare ricchezza e posti di lavoro. Aldilà del danno immediato con ricadute sostanziali su tutta la filiera - dai passeggeri alle compagnie, dagli operatori dei porti ai ristoratori e ai commercianti, con effetti negativi sugli enti locali stessi – preoccupa il messaggio che una nuova tassa manderebbe ai turisti in tutto il mondo: ‘spremere' chi ancora sceglie di visitare il nostro Paese, nonostante strutture e servizi già spesso non all'altezza di quanto meriterebbe l'Italia, è una politica miope, che colpisce – conclude Vago - un settore già fortemente sotto pressione dalla concorrenza dei paesi vicini".

Dal canto suo, scrive Andrea Moizo su Ship2Shore, l'associazione dei Comuni ha giustificato la proposta spiegando che "la crisi finanziaria delle Province rischia di coinvolgere anche l'avvio della nuova istituzione locale, a fronte di significative ulteriori funzioni attribuite dalla legge alle Città metropolitane", ma non ha fornito una stima dell'impatto previsto della potenziale nuova gabella.

Cosa che invece hanno fatto, per quel che concerne la parte aeroportuale, le associazioni Iata, Assaeroporti, Assaereo e Ibar: "Il nuovo tributo rappresenterebbe una tassa di circa 150 milioni di euro su un settore che già soffre di una strutturale crisi di sostenibilità da cui è derivata la perdita di migliaia di posti di lavoro. La nuova tassa andrebbe inoltre a creare uno squilibrio competitivo a favore del trasporto ferroviario, non soggetto a tale prelievo. Secondo la Iata (International Air Transport Association), la nuova tassa determinerebbe una riduzione della domanda dello 0,7%, una conseguente riduzione di 414mila passeggeri l'anno, una riduzione del PIL di circa 53 milioni di euro con effetti a catena sull'intera filiera del turismo".

Oltre a Clia Europe, si è mostrato fortemente critico nei confronti della proposta tutto il cluster marittimo: "In un momento in cui il sistema portuale ha bisogno di recuperare competitività ed efficienza – afferma il presidente di Federagenti, Michele Pappalardo - pensare di introdurre una tassa sull'imbarco/sbarco dei passeggeri rappresenta un precedente pericoloso e irresponsabile. Le navi passeggeri operano su un mercato libero, scelgono i porti anche in funzione delle convenienze economiche e operative".

Pasqualino Monti, presidente di Assoporti, fa una premessa "Abbiamo totale consapevolezza delle difficoltà che attraversa il paese e quindi di quelle connesse con il bilancio dello Stato e degli enti locali". Però chiarisce: "Purtroppo esperienze passate hanno dimostrato tuttavia che operare a chiazze di leopardo sulle tariffe, applicando degli extra magari diversificati porto per porto, provoca solo danni. Il gettito migliora ben poco – aggiunge Monti - e i traffici si predispongono a cogliere la prima occasione per lasciare quel porto. Oggi più che mai non ci possiamo permettere di correre questi rischi".