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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Armatori

Cartello del Golfo, Acap: "Faremo ricorso"

Il direttore dell'associazione cabotaggio armatori partenopei: "Non c'è alcun cartello". Lauro: "Sentenza politica, il mercato è libero" 


di Paolo Bosso (da Repubblica Napoli di oggi) 
 
Gli armatori del golfo colpiti dalla sentenza Antitrust sono pronti a fare ricorso al Tribunale Amministrativo della Campania, convinti che la multa da 14 milioni di euro sia in realtà una sentenza politica. «Qui bisogna vedere dove il lupo ha consumato il pasto, e non mi pare sia avvenuto niente del genere» spiega Salvatore Ravenna, direttore dell'Associazione Cabotaggio Armatori Partenopei (Acap). L'avvocato chiede tempo per leggere una sentenza che supera le cento pagine. «Hanno avuto sei anni per l'istruttoria, ora dateci un attimo di tempo per studiarcela e decidere cosa fare», spiega Ravenna che pur senza dirlo apertamente lascia trapelare la piena intenzione di fare ricorso al Tar. «Quali sono gli effetti tangibili di questo presunto cartello? L'Agcm scambia dogmi per fatti, dando per scontato che un consorzio di armatori sia un cartello» afferma Ravenna, che osserva: «Qui bisogna dimostrare che Acap abbia, di fatto, impedito l'ingresso al mercato di altri armatori. Stiamo parlando di imprenditori che lavorano senza contributi, in un libero mercato che da un po' di tempo la Regione Campania non può neanche più controllare. Non vedo dove sia questo regime anticoncorrenziale». 
 
Ancora più chiari gli armatori di Alilauro. «Hanno preso fischi per fiaschi» commenta Salvatore Lauro, alla guida di Alilauro, Alilauro Gruson e Alicost. «Fino a poco tempo fa avevamo già un'autorità, la Regione Campania, che stabiliva tra le altre cose i prezzi delle corse. Se poi vogliamo moltiplicare le authority in questo modo non so dove andremo a finire. Impugneremo il provvedimento dell'Agcm al Tar della Campania».
 
E a chi vede nell'Associazione di Cabotaggio degli Armatori Partenopei un cartello neanche tanto nascosto, c'è la risposta di Salvatore Di Leva, amministratore delegato Alilauro Gruson. «È un'associazione di rappresentanza verso la Regione e il ministero dei Trasporti – commenta - ma non gestisce proprio nulla, anzi, serve proprio a esplicitare il libero mercato. La Gescab (società di gestione di tutte le attività inerenti la bigliettazione, tra cui il biglietto unico che secondo l'Antitrust non è mai partito, ndr) nasce proprio per questo motivo, dando la possibilità al vettore di prendere la nave di cui ha bisogno».  
Quattrodici milioni sono tanti. Sei soltanto a Snav, che preferisce non commentare la vicenda. Circa tre per Alilauro, Alilauro Gruson e Alicost. Cifre molto alte per società che non hanno grossi capitali. «Ci sembra una sentenza politica, guarda caso arrivata a un mese dalla sentenza del Tar che ci riconosce il regime di libero mercato, togliendo la regolamentazione delle rotte alla Regione Campania» afferma Di Leva.
Dall'altro lato del fronte, i passeggeri. «C'erano state segnalate molte anomalie e avevamo ricevuto denunce da turisti e viaggiatori» spiega Agostino Ingenito, presidente degli operatori ricettivi extralberghieri della Campania e membro di Assoturismo regionale. «Ora si costruisca con la Regione e gli enti locali un governo trasparente dei collegamenti. Inoltre chediamo che la Regione si faccia garante del ripristino del Metro del Mare che la scorsa stagione estiva è stato sospeso».