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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Politiche marittime

Riforma, Ancip: "C'è solo l'articolo 29"

L'Associazione Nazionale delle Compagnie e Imprese Portuali chiede di lasciar perdere le riforme pensate dal ministero dello Sviluppo e di attenersi soltanto al'articolo 29 dello Sblocca Italia


In attesa della riunione degli Stati Generali dei porti e della logistica che si terrà il 9 febbraio a Roma, l'Associazione Nazionale delle Compagnie e Imprese Portuali (ANCIP) sottolinea le priorità da affrontare e quello che invece andrebbe abbandonato.
 
Lo stato di salute della portualità, secondo l'Ancip, non è dei migliori. Un progetto di riforma fermo al Senato da mesi. Un terzo delle Autorità portuali commissariate. Ma soprattutto un disegno di legge del ministero dello Sviluppo Economico con «misure inaccettabili, pericolose per le imprese che operano nei porti e dannose per la sicurezza delle merci, dei lavoratori». «Da un lato – si legge - si invocano norme per la concorrenza e dall'altro si consolidano le posizioni monopolistiche di alcuni terminalisti, dall'altro si cancellano (art.17 della legge 84/94) i pool di mano d'opera (oltre 1.200 portuali) il contratto nazionale di lavoro dei lavoratori portuali e ogni cautela e norma di sicurezza dei lavoratori che operano nei porti. Un attacco a tutte le imprese che operano nei porti (con la soppressione del comma 7 dell'art. 16) e lo svuotamento dei compiti delle Autorità portuali e delle autorità marittime di controllo e di autorizzazione a svolgimento delle operazioni portuali e delle imprese portuali».
 
Tanti attacchi per l'Ancip: ai servizi tecnico nautici a cui «si vorrebbero imporre persino tariffe price-cap». L'errore del governo sta nella scarsa considerazione di importanti fette di traffico e la sovrastima di altre tipologie. «Il traffico dei container nei porti italiani non supera il 25% dei traffici e il 28% in Europa» spiega l'Ancip. «C'è un 75% di traffico che va a servire le imprese collocate nel territorio italiano che sembra scomparire nelle analisi del governo». 
 
Il punto di partenza per l'associazione è l'articolo 29 dello Sblocca Italia, che se tutto va bene sarà pronto a marzo. Tutto il resto è da cancellare.
 
Nella foto Vladimiro Mannocci, direttore ANCIP.