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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,57
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Cultura

Amori, mari e battaglie all'ombra del Vesuvio

Il romanzo storico dell'ammiraglio e scrittore Renato Ferraro narra di vicende politiche e guerresche (ma anche private) della metà del IX secolo


di Decio Lucano*

L'ammiraglio e scrittore Renato Ferraro si propone, attingendo alla sua smisurata cultura, di spiegarci attraverso le pagine di questo Romanzetto di amori, di mari e di battaglie (Franco Di Mauro Editore), ottima grafica, le vicende politiche e guerresche alla metà del IX secolo sul territorio della nostra penisola divisa in stati, regni, ducati, lo stato pontificio e i capisaldi dell'impero bizantino, tra longobardi, cristiani e saraceni. È un libro di Storia? Forse meglio, perché divertendosi assai nello scriverlo il nostro autore ci racconta in prima persona, in un dialetto/lingua partenopea, le vicende di una famiglia di Neapolis, gli episodi intimi, le battaglie navali che coinvolgono una flotta di navi campane. Flotta che, all'apice del racconto, sconfigge nell'849 la potente flotta saracena decisa per la seconda volta di attaccare e distruggere Roma. L'avvenimento, ci rammenta l'autore, è immortalato in un affresco di Raffaello in Vaticano.
La padronanza del narrare di Ferraro, che attinge a fonti documentali sicure, descrive questa cruenta battaglia navale con dovizia di particolari militari e marinareschi. Il romanzo è una parafrasi del nostro tempo, qui più che mai propedeutica all'insegnamento della storia raccontata per capire che l'immortale Italia del NO, delle divisioni e delle lotte di quell'epoca non è altro che la coperta rivoltata. Il protagonista di questo romanzo diventa capo della flotta, ci racconta tenerissime e gustosissime storie famigliari, dialoga con abilità nelle sue missioni diplomatiche con dignitari saraceni (che occupano qualche territorio siciliano) e di altri ducati, con il Pontefice, con il Doge di Venezia. Il narratore ci mette in confronto con un Italia (e con un Mediterraneo) di oggi. E con l'eterno mai dissipato confronto/scontro con i Saraceni/arabi nonostante la disponibilità al dialogo dei protagonisti. Romanzo pedagogico, divertente, drammatico, teatrale scritto in un italiano con benefici apporti latini, arabi e partenopei perfetto.

(* Tratto da DL News, foglio telematico a cura di Decio Lucano)