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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Eventi

Rapporto Srm, il nord Africa vale 54 miliardi

Dallo studio, presentato a Napoli, emerge che la Penisola è tra i principali partner della sponda Sud del Mare Nostrum, con 54,8 miliardi di euro in scambi commerciali


L'Italia è tra i principali partner della sponda del nord Africa, con 54,8 miliardi di euro in scambi commerciali. L'incidenza dell'area sul totale del commercio estero della Penisola è del 7,3%, 14,6% per il Mezzogiorno. Cresce la presenza di imprese italiane nel Nord Africa. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal Quarto Rapporto Annuale su Le Relazioni Economiche tra l'Italia e il Mediterraneo realizzato dall'Osservatorio Permanente di Srm sull'economia del Mediterraneo e presentato ieri presso la sede del Banco di Napoli.

Cosa emerge dal Rapporto 

Dal report si evince come l'export italiano verso i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo è ormai su quota 29 miliardi, l'11,1% del totale dell'export nazionale, ai quali sommare i 15 miliardi di export verso l'area del Golfo per un totale di 43,8 miliardi, valore di gran lunga superiore alle esportazioni verso gli Stati Uniti (27 miliardi) e verso la Cina (9,9 miliardi). L'Italia, con 54,8 miliardi di euro di scambi commerciali con l'area (a fine 2013), è il principale partner commerciale della sponda Sud del Mediterraneo, dopo Stati Uniti (62 miliardi) e la Germania (oltre 57 miliardi). Da notare che il 2013 ha fatto registrare una contrazione (-11,2% sul 2012) dovuta essenzialmente al forte calo delle importazioni di petrolio dalla Libia (-37,8% nel 2013). L'incidenza dell'area Sud Mediterraneo sul totale del commercio estero dell'Italia è stata pari al 7,3% nel 2013, una quota sensibilmente maggiore rispetto ai principali competitor; specializzazione maggiormente marcata per il Mezzogiorno dove si raggiunge un'incidenza pari al 14,6%. Le positive prospettive di sviluppo a medio termine fanno crescere l'interesse delle imprese italiane per i Paesi nordafricani. Srm ha analizzato e stimato il numero, le dimensioni e i settori di attività delle imprese italiane nei Paesi dell'area Med soffermandosi su Egitto, Marocco e Tunisia. Complessivamente, le imprese italiane che operano in modo stabile in queste tre nazioni sono circa 1.800. Importante e in crescita è il ruolo dei Fondi Sovrani MENA (FoS MENA) come veicolo di investimento e potenziale driver per rafforzare le relazioni economiche tra l'Italia e i paesi Med. Gestiscono 2.700 miliardi di dollari e si stima che nei prossimi anni possano investire in Italia una cifra compresa tra 1,5 e 2,5 miliardi di dollari. All'interno del bacino del Mediterraneo transita il 19% del traffico mondiale marittimo di merci, una quota in crescita dal 15% di fine anni '90. Tra il 2000 e il 2013 i passaggi di navi dal Canale di Suez sono più che raddoppiati, con una crescita media di circa l'8% all'anno.

I commenti 

"Con il Rapporto presentato da Srm - ha spiegato il presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco - vogliamo sottolineare quanto le relazioni economiche con il Sud Mediterraneo siano molto più fitte e importanti di quanto comunemente percepito e questo vale sia per l'Italia in generale, ma soprattutto per il Mezzogiorno. La centralità economica del mare nostrum è anche evidenziata dal fatto che un quinto di tutte le merci che viaggiano via mare nel mondo passano per il Mediterraneo e che il Canale di Suez ha visto raddoppiare negli ultimi anni il numero di navi in transito". Franco Gallia, direttore generale  del Banco di Napoli, ha ricordato che l'istituto bancario partenopeo "storicamente favorisce la vocazione mediterranea dell'economia del Mezzogiorno e lo fa perché convinto che i paesi del Mediterraneo siano la più importante leva di sviluppo del tessuto economico e sociale e la più immediata occasione d'internazionalizzazione delle imprese. Vediamo, infatti, che quelle che esportano sono più performanti, hanno saputo reggere meglio la crisi e hanno un migliore merito di credito". Per Paolo Scudieri, presidente di Srm,"sono pochi i centri di ricerca che in modo costante e con strutture permanenti, si concentrano sull'analisi delle relazioni economiche da e verso l'Italia con un focus specifico sul Mezzogiorno. Srm lo può fare con costanza e impegno grazie al sostegno del gruppo Intesa Sanpaolo e del Banco di Napoli perché siamo consapevoli che questo è un tema strategico per il futuro della nostra economia. Il connubio Mezzogiorno-Mediterraneo può essere una leva vincente, a cui va aggiunta la dimensione dell'economia marittimo portuale, settore fondamentale per l'Italia e per il Sud in particolare". Il corposo lavoro di analisi del Rapporto, si può idealmente sintetizzare in questo dato: dal 2001 al 2013 l'export dell'Italia verso il Sud Mediterraneo (Turchia compresa) è cresciuto del 107%."Includendo anche il Golfo, con un valore di 44 miliardi di euro – ha aggiunto Massimo Deandreis, direttore generale di Srm –, l'Italia esporta nell'area più di quanto esporta negli Stati Uniti e il quadruplo di quanto vendiamo in Cina o in Russia.  Ma non c'è solo l'export. Guardando ad Egitto, Tunisia e Marocco, Srm ha censito quasi 1800 aziende a capitale italiano, numero in costante crescita anno dopo anno. E' confortante vedere che le imprese, e tra queste molte del Mezzogiorno, abbiamo compreso l'importanza crescente di questi mercati. Manca invece una visione strategica e di sistema. Eppure – conclude Deandreis - i dati parlano chiaro: il Mezzogiorno sarebbe una perfetta piattaforma logistica del Mediterraneo a beneficio di tutto il sistema produttivo italiano. Ma occorre comprenderlo e investire, altrimenti altri, anche più lontani, ci prenderanno il posto che la geografia ci ha dato".