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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

Terminal offshore di Venezia, c'è il progetto definitivo

La società olandese Royal Haskoning DHV consegna il layout di un piano che consente la riduzione del 25% dei costi


La società di ingegneria olandese Royal Haskoning DHV, che ha vinto il bando di gara internazionale per l'ottimizzazione dell'intero progetto del porto offshore-onshore di Venezia, ha presentato ieri all'Autorità portuale il risultato della propria analisi e delle simulazioni effettuate. L'obiettivo dichiarato è quello di creare un sistema altamente flessibile che consenta anche la riduzione del 25% dei costi di investimento e di quelli operativi relativamente all'equipment. La chiave di volta dell'intero modello sta proprio nell'aver creato una sorta di "nastro trasportatore continuo" (così lo definiscono gli esperti) tra il terminal in altura e quelli a terra (e viceversa) capace di eliminare i tempi morti nelle fasi di carico e scarico dei container e nel loro trasferimento a terra.
Il terminal sarà in grado di movimentare circa 1,04 milioni di container, dei 5 milioni di teu, che gli analisti internazionali, stimano l'Alto Adriatico potrà raggiungere entro il 2030. Venezia punta in tal modo ad attrarre le grandi navi oceaniche coprendo i mercati ovest non serviti dai porti di Trieste, Koper e Rijeka che hanno come hinterland naturale i mercati ad est, valorizzando nel conptempo anche le vie fluviali. Il valore complessivo dell'opera, da realizzarsi in partenariato pubblico-privato, è stato ridotto di 750milioni di euro ed è oggi stimato in 2.1 miliardi di euro che comprendono i lavori civili, l'equipment e il terminal petrolifero del valore di 625 milioni di euro.  Dell'investimento totale si ipotizza un contributo a carico dello Stato pari a circa 600 milioni di euro spalmabili in 5 anni ed erogabili solo a fronte di un investimento privato di pari o superiore entità.