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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Un esercito di robot per sorvegliare le aree protette

A Pianosa l'Università di Pisa e la Nato sperimentano un nuovo sistema di monitoraggio per le aree marine ad accesso limitato. Un team di robot sottomarini saranno coordinati da un sistema wireless


Una rete wireless subacquea per sorvegliare e monitorare le acque di porti e aree marine protette. A Pianosa, nelle acque del Parco nazionale dell'arcipelago toscano, è stata avviata la prima sperimentazione congiunta di reti wireless subacquee. Il centro E. Piaggio dell'Università di Pisa insieme al Nurc, il centro di ricerche della Nato della Spezia, sta monitorando in questi giorni, a bordo della nave Leonardo, le acque di Pianosa con un team di robot sottomarini mobili.
Al largo del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, è stata avviata la prima sperimentazione congiunta di questo tipo. L'università, partner del progetto europeo Uan (Underwater Acoustic Network), punta alla costruzione di reti wireless subacquee attraverso la trasmissione di dati acustici.
Con due linee di ricerca parallele, la particolare missione mira a raccogliere dati utili all'implementazione di sistemi per la sorveglianza di siti subacquei ad accesso limitato in ambito civile e militare, quali quelli delle aree marine protette, di interesse archeologico, di infrastrutture industriali, portuali o logistiche in zone costiere. Contemporaneamente, con robot sottomarini chiamati "Folaga", vengono effettuate misurazioni (temperatura, salinità qualità dell'acqua) per il monitoraggio ambientale dell'area. 
«Comprendere l'ambiente sottomarino e capire i segreti della comunicazione sotto la superficie del mare è essenziale per sviluppare robot mobili e sensori subacquei in grado di lavorare in network in tali condizioni» spiega lo scienziato inglese John Potter, coordinatore dell'esperimento per il Nurc. «Lo studio di reti intelligenti e autosufficienti – continua - è di grande interesse per i Paesi Nato, in quanto punti di partenza per future tecnologie per la sorveglianza e la protezione di aree marittime sensibili».
La missione ha il supporto della Marina militare italiana e coinvolge anche l'Università degli studi di Padova, l'Università di Roma La Sapienza e l'Università portoghese di Oporto, così come la sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.