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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Istituto Italiano di Navigazione: "Cinquant'anni di divulgazione scientifica"

Intervista a Luca Sisto, vicepresidente vicario dell'ente non profit che riunisce dal 1964 esperti e professionisti della mobilità in tutte le sue forme (terrestre, marittima, aerea e spaziale)


di Marco Molino

«Un adolescente di cinquant'anni». Sono proprio queste le parole usate da Luca Sisto per definire oggi l'autorevole Istituto italiano di Navigazione di cui è presidente vicario. Una contraddizione solo apparente, che si stempera via via che approfondiamo la storia di quest'associazione di esperti, professionisti e cultori della mobilità, dell'intermodalità e della sicurezza nei trasporti impegnati nella diffusione del loro patrimonio scientifico. Mezzo secolo è passato dal riconoscimento di personalità giuridica ricevuto dall'allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Cinque decenni di divulgazione culturale, di proposte all'avanguardia in ambito tecnologico che logorerebbero qualsiasi sodalizio. Ma la nuova giovinezza, incalza Sisto, «scaturisce dai progetti in divenire, da quell'apertura verso altri contesti ancora tutta da raccontare».

Vicepresidente, nel 2014 si celebra quindi un importante anniversario per l'Istituto. Ci sembra anche una buona occasione per fare il bilancio del lavoro svolto fin qui.
«Dopo qualche anno di crisi di identità, probabilmente dovuta alla prematura scomparsa del presidente Gambardella, l'Istituto è stato condotto da una squadra di "volontari" presieduta prima dall'Ammiraglio Sciubba Caniglia e poi, da ultimo, dal Professor Franceschetti. Quale presidente vicario di entrambi, penso di poter dare voce al Comitato di Presidenza ed a tutti i soci nel riconoscere il loro grande merito di  aver contribuito, con indubbia statura professionale e morale, al salvataggio dell'Istituto, caduto nel frattempo  sotto la "terribile" scure della spending review».

Qual è attualmente lo stato di salute dell'ente?
 «Oggi l'Istituto Italiano di Navigazione è vivo, creativo e, se posso scherzare con le parole,  sta vivendo una nuova adolescenza:  una fase di crescita caratterizzata da slanci e progettualità, nuove conoscenze ed aperture verso altri contesti (anche territoriali) ove mai aveva operato nella sua lunga storia. Il 50° anniversario ci coglie nel pieno di questa fervente attività, peraltro coincidente con un momento di particolare attenzione per l'ente: la conclusione del mandato, già prorogato due volte, della presidenza Franceschetti. Nonostante i suoi molteplici e significativi impegni accademici, peraltro esercitati per oltre la metà dell'anno negli Stati Uniti, il presidente ha infatti consentito che la sua squadra esprimesse al meglio le proprie potenzialità nei diversi settori della navigazione».

L'Istituto nasce con l'ambizioso obiettivo di promuovere il progresso scientifico e culturale della navigazione, in tutte le sue forme (terrestre, marittima, aerea e spaziale). Avete mai avuto problemi per sviluppare la vostra attività, considerando che questa si è sempre svolta senza fini di lucro?
«Non è facile divulgare la scienza, la cultura e le applicazioni industriali della navigazione spaziale, aerea, marittima e terrestre in un contesto, come quello attuale, di crisi generale dell'associazionismo. Peraltro, operando senza contribuzione pubblica e quindi solo grazie alla volontà dei soci (persone giuridiche e fisiche) di cooperare, mettendoci del  "proprio", lavorando in armonia e senza scopo di lucro. Ma io credo fermamente nella necessità di preservare questo ente di ricerca, soprattutto, ma non solo, per quanto attiene alla navigazione marittima».

Quali sono state le iniziative più significative in questo settore?
«Ricordo, solo a titolo di esempio, quanto portato a termine dall'Istituto sull'approfondimento giuridico ed operativo della strategia nazionale di contrasto alla pirateria, sulla formazione della Guardia Costiera yemenita, sul progetto Mos4Mos, sul trasporto marittimo fluviale. Abbiamo già dimostrato di poter mettere a raccolta componenti importanti, e diverse, del mondo del mare. Ma possiamo fare di più e meglio».

La prossima Assemblea consentirà anche di focalizzare l'attenzione sugli obiettivi e i progetti da mettere in campo nel futuro?
«Il 28 novembre l'Istituto riunirà in assemblea i suoi soci (che nel frattempo si avvicinano a duecento, tra studenti, professionisti, soci individuali, enti e società) ed eleggerà il nuovo presidente. Sono certo che si farà la scelta giusta, nel rispetto di tutte le componenti dell'Istituto. Al di là di quanto esplorato dai "saggi", il profilo che si sta delineando mi sembra che debba rispondere alle necessità attuali del sodalizio».

Inquadriamo meglio queste necessità.
«Direi che in questa fase c'è bisogno di un presidente "operaio", che abbia anche il tempo di occuparsi personalmente della struttura, in termini di organizzazione e stabilizzazione e, pur nel rispetto della ormai cinquantenaria storia e tradizione dell'ente, dia ordine a questa nuova energia vitale e la indirizzi coesa verso il futuro e meritato riconoscimento di questa meravigliosa realtà».

Insomma, un adolescente con l'esperienza di un adulto.
«Piuttosto un Istituto che a cinquant'anni non ha alcuna voglia di invecchiare».