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23 aprile 2024, Aggiornato alle 12,07
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Cna-Fita: "Giusta la proposta di legge contro le infiltrazioni malavitose"

L'associazione di rappresentanza delle imprese di trasporto merci auspica una normativa più attenta ai requisiti di onorabilità dei titolari delle aziende


Un passo avanti nella lotta alle infiltrazioni malavitose nell'autotrasporto. E' questo, in sostanza, il giudizio che Cna-Fita ha espresso al riguardo della proposta di modifica all'articolo 5 del decreto legislativo 22 dicembre 2000, n. 395, in materia di requisiti di onorabilità dei titolari delle imprese di autotrasporto, nonché disposizione in materia di forme di pubblicazione dei dati della banca dati nazionale unica della documentazione antimafia, avanzata dall'onorevole Ivan Catalano, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera. L'associazione di rappresentanza delle imprese di trasporto merci auspica una rapida approvazione della norma. Se dovesse passare, per iscriversi all'Albo degli autotrasportatori ed esercitare la professione, potrebbe diventare necessario ottenere un'informativa antimafia, vale a dire quel documento rilasciato dalle Prefetture attestante la sussistenza o meno in capo a persone fisiche o giuridiche delle cause di decadenza, sospensione o divieto di cui all'art. 67 del D. Lgs. 159/2011 (vale a dire l'esistenza di provvedimento con cui viene inflitta una misura di prevenzione personale da parte dell'autorità giudiziaria o una condanna per delitti di mafia) o anche la sussistenza o meno di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa finalizzati a condizionare le scelte e gli indirizzi delle attività di impresa.

"Potrebbe essere un primo ma importantissimo passo - ha commentato Cinzia Franchini, presidente nazionale Cna-Fita - verso il contrasto reale al radicamento di organizzazioni malavitose nell'autotrasporto, perché recupererebbe un ritardo di diversi anni rispetto a quanto già accade per un'impresa che partecipa ad appalti pubblici. In questo modo - ha proseguito la Franchini - si interverrebbe, anno per anno, attraverso una verifica non più a campione ma selettiva, per evitare le sorprese più spiacevoli come nel caso di aziende palesemente infiltrate, e magari anche colpite da specifiche informative, che vengono comunque finanziate con soldi pubblici per i rimborsi dei pedaggi autostradali, l'eco-bonus ambientale o più semplicemente per la formazione. Cna-Fita - ha ribadito la presidente nazionale - si batte da tempo per un simile provvedimento e per questo ne auspica una rapida approvazione. "Va da se - ha concluso la Franchini – che il contrasto non dovrà fermarsi al solo certificato".