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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

Crescono i porti del Nord Europa nonostante gli ingorghi

Secondo uno studio di Hackett, i sei principali scali della fascia Le Havre-Amburgo movimenteranno nel 2014 il 5% in più. Permangono difficolta per gestire il traffico delle grandi navi


I sei principali porti nord-europei della fascia Le Havre-Amburgo assisteranno quest'anno ad un incremento di oltre il 5% dei volumi. Lo afferma l'ultimo rapporto Gpt (Global Port Tracker), pubblicato dalla Hackett Associates unitamente all'Isl (Institute of Shipping Economics and Logistics) con sede a Brema. Le importazioni da gennaio ad aprile movimentate nella fascia nordeuropea sono aumentate del 4,9% rispetto al primo quadrimestre 2013, con un totale previsto per l'intera annata di 14,47 milioni di teu, il che comporterebbe un aumento del 5,5% al 31 dicembre. Il rapporto, riferiscono il sito theloadstar.co.uk e il bollettino Cisco, è stato redatto pochi giorni dopo l'annuncio del veto all'alleanza P3 da parte dei regolatori cinesi, notizia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli operatori terminalistici del Nord Europa che non dovranno (per ora) accogliere navi da 18mila teu con fattori di carico del 95% circa. Nonostante le aspirazioni dei membri della P3 siano state sventate, continua il rapporto Gpt, gli ingorghi portuali sono diventati nuovamente un argomento scottante. I terminal sono in difficoltà nei rapporti con le grosse navi in termini di produttività e spazio sufficiente. Nei porti nord-europei ci sono già ingorghi derivanti dal grandissimo interscambio di container proveniente dalle navi da 16mila teu ed oltre e dalla difficoltà di rapportarsi con volumi di trasbordo che esse generano in porti quali Rotterdam ed Anversa.