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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Pirateria, Confitarma chiede più militari anche in Nigeria

Emanuele Grimaldi auspica anche per il golfo di Guinea una forza militare internazionale antipirateria


«La costante crescita della pirateria anche nel golfo di Guinea preoccupa molto la comunità marittima internazionale. Il nostro auspicio è che si possano adottare anche per quest'area geografica misure a difesa degli equipaggi e delle navi italiane». Così il presidente Confitarma Emanuele Grimaldi, intervenendo in merito al caso dei due fucilieri italiani Massimiliano Latore e Salvatore Girone arrestati in India, ha sottolineato la necessità di rafforzare le difese militari antipirateria anche al largo della Nigeria. Un auspicio affinché anche lì si possa garantire quella difesa militare internazionale che al largo della Somalia ha già dato i suoi frutti. Nel golfo di Guinea, infatti, a differenza di altre zone a rischio come il golfo di Aden o l'Oceano Indiano, la pirateria è un fenomeno in forte ascesa, con gli attacchi, più violenti rispetto ad altre parti del mondo, che si moltiplicano anno dopo anno. Un programma Ue da 4,5 milioni di euro lanciato un anno fa prevede una formazione antipirateria per la guardia costiera nigeriana e una rete informativa tra i paesi della zona, ma non include una presenza militare internazionale, come invece è presente da anni ormai nel golfo di Aden con la missione Atalanta, recentemente prorogata fino al 22 marzo 2015.
 
 
«Grazie all'utilizzo di team armati a bordo delle navi mercantili, gli attacchi dei pirati, soprattutto nell'area dell'Oceano Indiano, sono drasticamente diminuiti» afferma Grimaldi ad AdnKronos. «Occorre tenerne conto, dato che la principale preoccupazione è quella di salvaguardare la vita dei nostri equipaggi che operano in aree pericolose. Non dobbiamo dimenticare, tra i vari precedenti, il sequestro del mercantile Savina Caylyn e del suo equipaggio, per quasi un anno nelle mani dei pirati somali. Gli armatori italiani sono estremamente grati alla Marina militare per lo straordinario impegno che, dal novembre 2011, ha assicurato protezione alle navi italiane nell'Oceano Indiano, e siamo soddisfatti dei risultati raggiunti, ottenuti a seguito dell'intenso lavoro con le varie componenti dell'amministrazione. Il ministero dell'Interno – conclude Grimaldi - ha completato il quadro normativo consentendo di attivare servizi di protezione del naviglio mercantile da parte degli istituti di vigilanza privata, come prevedeva la legge 13 del 2011, qualora non siano disponibili i Nuclei Militari di Protezione della Marina».