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24 aprile 2024, Aggiornato alle 10,25
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Infrastrutture

La road map di Assoporti

Il documento  con il quale l'associazione avvia la fase interlocutoria con il governo mette al centro uno sviluppo portuale interno in armonia con le infrastrutture europee


di Paolo Bosso 
 
«L'aumento di competitività del sistema portuale e logistico italiano può essere raggiunto affidando, per ogni corridoio logistico rilevante, alle Autorità portuali il compito di integrare l'anello marittimo e l'anello terrestre della catena logistica e di coordinare i poteri pubblici interessati con le attività dei privati». È questo in sostanza il ruolo che le autorità portuali italiane dovranno avere nel progetto di riforma del governo. È il documento che il presidente Assoporti Pasqualino Monti invia al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi per coordinare i lavori in Parlamento. Monti incontrerà presto Lupi per confrontarsi proprio sulla base di questa "mappa" approvata dal Consiglio direttivo dell'Associazione dei porti italiani e destinato a tradursi, spera Assoporti, in un contributo concreto al progetto di riforma, inclusa la delicata questione delle nuove autorità logistiche di interesse strategico, i cosiddetti distretti logistici. I principi a cui si rifà sono tre, e sono quelli, si legge, «dettati dall'Unione europea»: «efficacia e trasparenza, autonomia dei soggetti di governo dei porti e sistemi di auto determinazione finanziaria». Inoltre, qualunque sia la politica interna, bisogna coordinarla con quella europea, il che significa sviluppare la portualità italiana in sintonia con le reti transeuropee di trasporto. «È ragionevole immaginare - afferma il documento - di sfruttare la recente definizione europea delle reti (archi e nodi) trans-europee, centrale e globale, per identificare gli enti e le infrastrutture il cui coordinamento è necessario e sufficiente per dar vita alle entità portuali-logistiche competitive su scala nazionale ed europea».
«Non si tratta di un documento di mediazione – ha precisato Monti – bensì della presa di coscienza da parte dei porti italiani della necessità di accelerare sul fronte della razionalizzazione del sistema portuale, non per esigenze di spending review, bensì per quella primaria di confrontarsi, garantendo un'offerta competitiva e una organizzazione moderna, con i grandi carrier marittimi e con i grandi operatori logistici».