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29 marzo 2024, Aggiornato alle 08,24
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Demolizione Concordia, Napoli ci riprova

Nel giorno dell'approvazione di bilancio, pressing dell'Autorità portuale che chiede nuovamente alla Regione Campania di "adoperarsi" per portare il relitto qui. Intervista al commissario Luciano Dassatti


di Paolo Bosso 
 
Pressing dell'Autorità portuale di Napoli alla Regione Campania. Oggetto: la demolizione della Costa Concordia. Lo fa attraverso il Comitato portuale che, nel corso dell'approvazione del bilancio di previsione dell'Authority avvenuto la settimana scorsa, ha inviato all'ente regionale una mozione di sollecito affinché «si adoperi nuovamente – si legge in una nota - perché il porto di Napoli possa essere individuato quale sito di demolizione della nave Concordia». Il commissario straordinario dell'Autorità portuale Luciano Dassatti spiega i dettagli dell'operazione.
Qual è il sito?
«Il bacino numero 3 dei Cantieri del Mediterraneo. Abbiamo sollecitato la Regione affinché si adoperi a presentare questo come il sito idoneo. Che poi possa essere nella forma di una gara o no, questo non lo decido io».
E Piombino, Civitavecchia, Palermo, Genova?
«Genova, dopo Piombino, è il porto più idoneo. Palermo non ha il bacino per accoglierla. Per quanto riguarda Civitavecchia, le manderò una cartolina quando andrò lì».
In che senso?
«Basta vederla. Non è adatta. E' un porto commerciale, turistico».
Si dice che l'Autorità portuale laziale non vorrebbe fare a pezzi una nave da crociera sotto gli occhi dei crocieristi. Invece Napoli potrebbe.
«Sicuramente, però possiamo solo limitarci a spingere sulla Regione Campania affinché ci promuova. Il sito è Camed (Cantieri del Mediterraneo), ma ovviamente, nell'ipotesi di una demolizione di questo tipo, ci parteciperebbe tutto il sistema cantieristico del porto con le sue maestranze».
Nel frattempo l'Autorità portuale di Napoli approva il bilancio di previsione 2014. L'avanzo di cassa è pari a 42,2 milioni di euro, l'avanzo economico di 267.812 e l'avanzo finanziario di 58,9 milioni. La novità riguarda la voce degli investimenti, saliti a 21 milioni di euro. C'è anche un tesoretto da 500mila euro, pronto a tornare nelle casse dello Stato per la spending review. Infine, approvati i piani operativi triennali 2013-2015 e 2014-2016, e l'elenco annuale delle opere 2014.