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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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Logistica

Unioncamere-Assoporti, buone pratiche per la burocrazia blu

Accordo tra le due associazioni. Al centro la facilitazione degli scambi commerciali nella "filiera del mare " di porti, retroporti e logistica


Promuovere iniziative volte a migliorare l'efficienza, la sicurezza e la sostenibilità ambientale nella gestione delle aree portuali, dei retroporti e delle strutture di accesso alla rete terrestre e ai centri logistici. Semplificare gli adempimenti amministrativi che riguardano le attività legate all'economia del mare grazie ad una più stretta collaborazione tra i diversi enti del settore (Autorità portuali, Capitaneria di porto e Agenzia delle dogane) così da realizzare soluzioni innovative capaci di diminuire i costi della "burocrazia blu" e velocizzare gli scambi commerciali. Questi gli obiettivi prioritari del protocollo d'intesa firmato oggi dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello e dal presidente di Assoporti Luigi Merlo.
Il protocollo mira ad avviare un processo di collaborazione e scambio di buone pratiche replicabili nei territori, per promuovere e diffondere azioni e progetti tesi al miglioramento delle strutture operative, oltre che la condivisione del rispettivo patrimonio informativo per attività di analisi e di monitoraggio, anche con riferimento a specifiche esigenze professionali inerenti il settore marittimo e portuale. Alla base dell'intesa, la riconosciuta importanza delle filiere del mare, recentemente sottolineata in occasione degli Stati Generali dell'economia del mare organizzati da Unioncamere.
Nel 2011, il contributo al valore aggiunto prodotto nel nostro paese dalle filiere riconducibili all'economia del mare ammontava a 41,2 miliardi di euro, con un'incidenza del 2,9%. sul totale della ricchezza prodotta nel Paese. In termini settoriali, il contributo più significativo è quello legato alle attività turistiche e di somministrazione, con una quota di valore aggiunto pari al 31% di tutto il comparto del mare. A notevole distanza seguono sullo stesso livello le attività di ricerca (18%), la cosiddetta filiera della cantieristica (che raggruppa sia la produzione e riparazione di imbarcazioni che quella distributiva) che sfiora il 16% e il trasporto marittimo di merci e passeggeri che si ferma al 15,5%.  
Si tratta, quindi, di un settore di fondamentale importanza per molti dei nostri territori ma, soprattutto quello legato al trasporto merci, è rilevante per la competitività del sistema paese nel complesso, anche alla luce dei nuovi orientamenti emersi in sede dell'Unione, sia con la Blue Growth che attraverso le diverse iniziative nell'ambito della strategia marittima, tra cui le Reti TEN-T e le autostrade del mare.
«L'economia del mare – ha detto il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello - è come un "cuore blu" che pulsa al fondo del sistema produttivo del Paese. Una risorsa strategica straordinaria che in questi anni di crisi ha continuato a battere anche a ritmi più veloci rispetto al resto dell'economia. Abbiamo il dovere di assecondare questo battito per sostenere i territori e aiutare l'Italia a ritrovare il percorso della crescita. Una delle vie prioritarie è certamente quella della semplificazione delle attività d'impresa che ruotano intorno al mare. Un obiettivo che potremo raggiungere solo facendo sistema tra tutte le istituzioni coinvolte ed è per questo che l'intesa con Assoporti riveste un valore strategico di primo piano in questa direzione». Un accordo, secondo Merlo, che «sancisce una cooperazione tra il settore portuale e quello delle imprese. Sono certo che riusciremo insieme a dare la giusta spinta in avanti per l'economia del mare, tanta cara ad entrambe le associazioni e tanto preziosa per il nostro Paese».