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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Napoli, 2013 anno chiave

Si attende il responso dell'Europa sul Grande Progetto. Poi c'è il molo San Vincenzo, l'unico spazio che può garantire il rilancio delle crociere


di Paolo Bosso 
 
Con la nomina di Luciano Dassatti a commissario del porto di Napoli avvenuta la settimana scorsa, si apre una stagione delicata per lo scalo partenopeo che deve vedersela con un cambio di presidenza tra i più tribolati della storia. Il 4 febbraio è scaduto il mandato di Dassatti, che non figura nella quaterna portata al ministro dei Trasporti Passera. Il presidente uscente ha visto prima prorogarsi di 45 giorni il mandato e poi, senza sorprese, la nomina a commissario per la seconda volta (alla fine del 2008, prima di diventare presidente, fu nominato commissario all'indomani delle dimissioni di Francesco Nerli, travolto dallo scandalo delle "cene elettorali" del PD).
Il prossimo presidente del porto di Napoli avrà di fronte a se un'unica grande sfida che le riassume tutte: il Grande Progetto, il finanziamento europeo da 335 milioni di euro destinato alle banchine e alle ferrovie. Dentro c'è tutto: piping sottomarini per togliere la darsena petroli e sbloccare così un altro vecchio cantiere mai avviato, la darsena di Levante, destinata a raddoppiare la superficie del terminal container; la riorganizzazione delle autostrade del mare; la dislocazione dei cantieri; e poi dragaggi, bonifiche dei fondali. Il Grande Progetto rappresenta una gran bella opportunità destinata a stravolgere e potenziare enormemente gli approdi, o un progetto talmente grande da implodere su se stesso.
 
 
Poi c'è il molo San Vincenzo, uno dei simboli delle potenzialità inespresse, un molo borbonico da due chilometri occupato dalla Marina Militare che inaugurerebbe una nuova stagione crocieristica, dando fiato a una Stazione Marittima che più di due approdi al giorno non può garantire. Ma su questo si riscontra il muro incontrato dagli agenti marittimi napoletani capeggiati da Umberto Masucci, gli unici che in questi anni si sono impegnati a promuovere le opportunità di un molo di queste dimensioni. Nel 1999 lo ristrutturano a loro spese, negli ultimi due anni hanno dedicato due maratone per sensibilizzare l'opinione pubblica, ma finora non ci hanno ricavato neanche un ragno dal buco.
Civitavecchia, Savona, Salerno, Venezia e Trieste stanno investendo tanto nelle crociere, chi con nuove banchine e chi ammodernando quello che ha. Napoli invece è ferma all'inaugurazione della Stazione Marittima avvenuta più di dieci anni fa, e non potrebbe fare altrimenti visto che non ci sono gli spazi per realizzare neanche un chiosco dei gelati, per questo il Grande Progetto è davvero grande. Al momento però le risorse sono state bloccate dalla stessa istituzione che le ha erogate, l'Unione Europa, con l'ufficio Antitrust che sta indagando sulla possibilità che il finanziamento sia di fatto un aiuto di Stato. 
Se il responso dell'Ue sarà negativo e il molo San Vincenzo liberato, il porto di Napoli potrà ricominciare a far crescere le crociere dopo un 2013 che si annuncia in calo, con la perdita dello storico terzo posto nella classifica nazionale.