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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Politiche marittime

Zone costiere e marine, l'Ue promuove la gestione sostenibile

La Commissione Europea ha presentato oggi un progetto di direttiva per integrare le politiche di settore degli Stati membri e favorire gli investimenti ecosostenibili


Per garantire che lo sviluppo delle attività marittime e l'utilizzo delle risorse offerte dal mare e dai litorali avvengano secondo modelli sostenibili, la Commissione Europea ha presentato oggi un progetto di direttiva che intende istituire un quadro comune continentale per la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere negli Stati membri dell'Unione. "La nostra proposta inaugura una nuova fase della politica marittima integrata dell'Ue e offre un nuovo strumento per la nostra strategia a favore della crescita blu", ha dichiarato Maria Damanaki, Commissaria per gli Affari marittimi e la pesca. "Nel promuovere lo sviluppo sostenibile e gli investimenti a favore delle attività marittime, la direttiva contribuirà a concretizzare le potenzialità dell'economia blu dell'Europa per la crescita e l'occupazione".
In mancanza di un adeguato coordinamento, le crescenti attività umane ed economiche che hanno luogo nelle acque marine e nelle zone costiere (produzione di energia eolica offshore, posa di cavi e condutture sottomarini, trasporti marittimi, pesca e acquacoltura) possono intensificare la competizione per lo spazio e sottoporre a pressioni eccessive risorse preziose. Per conformarsi ai requisiti minimi proposti dalla direttiva gli Stati membri dovranno garantire una pianificazione dello spazio marittimo e una gestione delle zone costiere in grado di promuovere una crescita sostenibile, favorendo nel contempo la partecipazione dei soggetti interessati e la cooperazione con gli Stati confinanti.
Il ricorso a un unico strumento per bilanciare tutti gli interessi dovrebbe inoltre contribuire a rafforzare la certezza per gli investitori e a ridurre gli oneri amministrativi per gli operatori e le amministrazioni nazionali, preservando nel contempo i servizi ecosistemici. Attualmente in alcuni paesi può essere necessario rivolgersi addirittura a otto enti diversi per ottenere le necessarie autorizzazioni per un impianto di acquacoltura. Il principio dello sportello unico proposto nella direttiva – si legge in una nota della Commissione - consentirà di semplificare notevolmente le procedure amministrative, con evidenti risparmi di tempo e di denaro. Dalla maggiore certezza per le imprese e dai minori oneri amministrativi potrebbe derivare un risparmio di addirittura 1,6 miliardi di euro a livello dell'Unione, in particolare per le PMI. Secondo alcuni studi, ad esempio, l'accelerazione degli investimenti a favore di parchi eolici e attività di acquacoltura consentirebbe di generare, da qui al 2020, tra 60 e 600 milioni di euro per un'accelerazione rispettivamente di uno o tre anni.