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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Politiche marittime

Nel 2020 un'Europa senza bunker

La Commissione Ue compie un altro passo verso il bunker pulito. Dopo il taglio dello zolfo, un piano per realizzare 139 stazioni di gnl


Pare che l'Europa voglia trasformare lentamente e inesorabilmente il carburante usato dal trasporto marittimo convertendolo in gas naturale liquefatto. Non si spiegherebbero altrimenti le due azioni che dal 2020 determineranno grossi cambiamenti per gli armatori. Già a maggio dello scorso anno il Parlamento Ue ha approvato una misura che obbligherà le unità a partire dal 2020 a navigare con un una percentuale di zolfo nel bunker non superiore allo 0,5% (0,1 per il SECA).
 
 
Ora è in arrivo un'altra misura, diversa ma che va nella stessa direzione. Sempre a partire dal 2020 l'Ue vorrà dotare 139 porti con stazioni di gnl, il gas naturale liquefatto. Nei giorni scorsi il Consiglio Ue ha approvato un piano di finanziamento rientrante nelle reti Ten-T, di cui fanno parte anche i porti fluviali (cui la scadenza per l'istallazione delle stazioni è più lunga, 2025), che prevede la realizzazione di strutture ad hoc che serviranno a rifornire le navi che utilizzano questo combustibile. 
Il numero dei porti interessati è alto, ma di fatto non sono tanti, soltanto il 10% del totale nel Vecchio Continente. Costerà 2,1 miliardi di euro e le regole con tanto di istruzioni per l'uso saranno disponibili a partire dal 2014.
Una politica che incoraggerà l'uso di combustibile pulito visto che il gnl è inodore, incolore, non tossico e non corrosivo. C'è solo un problema: come per l'idrogeno costa molto produrlo. A oggi la Norvegia e la Svezia sono le uniche ad avere stazioni di servizio del genere, ma solo per rifornimenti su piccola scala. Una mancanza a cui l'Europa vuole subito rimediare.