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20 aprile 2024, Aggiornato alle 11,43
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Logistica

Il futuro del largo consumo? L'intermodale

Secondo uno studio di ECR Italia, è possibile trasferire dalla strada alla rotaia almeno 440mila unità di carico l'anno


E' possibile trasferire dalla strada alla rotaia 440mila unità di carico l'anno di merci destinate al largo consumo? La risposta è affermativa per l'associazione di categoria ECR Italia, che ha condotto una ricerca sullo sviluppo del trasporto ferroviario insieme al Politecnico di Milano ed alla Università Carlo Cattaneo. Per lo studio è stato utilizzato un vasto gruppo di lavoro che comprende società della grande distribuzione organizzata, operatori logistici, produttori di merci e vettori stradali e ferroviari. Grazie ai dati provenienti da questi soggetti, i ricercatori hanno analizzato circa 160mila viaggi stradali dedicati al largo consumo, effettuati da diciotto aziende. L'analisi era ristretta ai viaggi a carico completo effettuati mediante autoarticolato che sono avvenuti tra gennaio e dicembre del 2011 in relazioni nazionali oltre i 200 km. Inoltre, tali viaggi avevano come origine uno stabilimento o un magazzino e come destinazione un altro magazzino, un cedi o un punto di vendita. Questo è quindi il profilo dei trasporti che potrebbero utilizzare l'intermodalità ferroviaria a posto del tuttostrada. L'analisi ha consentito di individuare nove bacini prioritari, in cui stimano che transiti il 90% del traffico intermodale nazionale: Novara, Milano, Padova, Bologna, Roma, Pescara, Napoli, Bari e Catania. Da qui sono poi emerse 35 relazioni intermodali che si potrebbero avviare nell'intermodale ferroviario, con una capacità di 1056 unità di carico la settimana. Le cinque relazioni ritenute più importanti sono: Novara-Nola, Bologna-Nola, Milano-Pomezia, Milano-Nola e Novara-Pomezia. In base ai dati emersi, saranno avviati una serie di progetti pilota per verificare la concreta applicazione delle ipotesi avanzate dai ricercatori.