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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Politiche marittime

Il testo di Strasburgo per una pesca sostenibile

L'Europa presenta la legge di riforma. Si punta a recuperare entro il 2020 l'ammontare di 15 milioni di tonnellate di pesce dagli stock più sfruttati creando 37mila nuovi posti di lavoro


E' stato approvato ieri a Strasburgo il testo di riforma della politica comunitaria della pesca, che mira a "recuperare entro il 2020 l'ammontare di 15 milioni di tonnellate di pesce dagli stock più sfruttati creando 37mila nuovi posti di lavoro". Per raggiungere questo ambizioso risultato il Parlamento europeo chiede ad armatori e pescatori di sottostare a due decisioni radicali. In primo luogo, mettere fine alla pesca intensiva e pescare a partire dal 2015 l'equivalente di quanto lo stock di quella specie sia in grado di riprodurre. Poi, di mettere fine allo spreco del pescato indesiderato già dal 2014, ossia di non scaricare nuovamente in mare quegli esemplari, di fatto già morti, non commerciabili per dimensioni o per specie. Si tratta del 23% di catture inutili. Agli Stati membri, riferisce il Secolo XIX, il Parlamento chiede invece di creare delle riserve di ricostituzione degli stock di pesce per garantire la conservazione e la riproduzione delle risorse acquatiche viventi e degli ecosistemi marini. Con questo voto la maggioranza dei parlamentari europei ha voluto reagire ai dati sempre più preoccupanti sulla povertà delle risorse ittiche, ossia che oltre l'85% degli stock mondiali sono stati utilizzati al limite delle loro soglie biologiche. I dati della Commissione europea suggeriscono che più dell'80% degli stock ittici del Mediterraneo e il 47% di quelli dell'Atlantico sono soggetti a pesca intensiva. Nell'industria di trasformazione ittica poi, l'occupazione è scesa del 6,5% e il settore dipende fortemente dalle importazioni.