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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Logistica

Dogane europee, due pesi e due misure

Rapporto Espo sulla sproporzione normativa tra il Nord Europa e l'Italia. Oltre alla differenza logistica e burocratica si evidenziano due pesi e due misure nell'applicazione delle norme


di Paolo Bosso 
 
La differenza tra le dogane italiane e quelle nordeuropee è cosa nota. Due mondi diversi, il primo alle prese con una burocrazia spaventosa, che il vicepresidente Assologistica Nereo Paolo Marcucci sintetizza in una stringa, mai verificata ma attendibile, di ben 72 certificati emessi da 18 ministeri per sdoganare una singola merce. Dall'altro lato c'è quello per esempio olandese che, anche se non emetterà un solo certificato, almeno ha lo sportello unico, miraggio delle dogane italiane. 
La conseguenza immediata di questa sproporzione è che, se il prezzo da pagare non è alto, l'armatore e l'operatore logistico preferiranno sempre sbarcare a Rotterdam piuttosto che a Genova. Questo è logico. Meno logico è che in un'Europa unita, con una comunità economica e normativa, si faccia un vero e proprio, come lo chiamano in Liguria, dumping normativo ai danni dell'Italia.
Genova infatti ha sempre denunciato due pesi e due misure sull'applicazione delle leggi europee in materia di dogane. Una distorsione che allarga ancora di più la differenza tra la filiera doganale nostrana e quella dei nostri vicini. 
L'European Sea Ports Organisation, l'associazione europea dei porti, si è ora accorta di questo fenomeno e nei giorni scorsi ha presentato un documento programmatico sulle dogane che evidenzia le differenze di applicazione delle normative. Confermato il sospetto, a cui l'Espo da anche un nome: dumping portuale, «da parte delle compagnie di navigazione e degli spedizionieri - afferma l'associazione - che determina una distorsione della concorrenza tra i porti europei ed una disparità di trattamento nei confronti degli operatori economici».
Nel documento l'associazione studia proprio i casi di Genova e Rotterdam comparando le organizzazioni che sovrintendono al controllo e all'ispezione delle merci in transito nei due scali. A conclusione del rapporto, Espo sollecita la Commissione Europea a chiarire la relazione tra lo sviluppo dello sportello unico doganale.
E' opportuno però precisare una cosa. Lo sportello unico tanto unico non è, in realtà ce n'è più di uno, diciamo due: uno dedicato alle navi e uno alle merci. A riferirlo è la stessa l'Ue, che intende per questo creare un e-customs, le dogane 2.0, proprio per «evitare la coesistenza di due sportelli unici, uno per le navi ed uno per le merci».