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18 aprile 2024, Aggiornato alle 18,45
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Gioia Tauro riduce la tassa di ancoraggio

Tassa ridotta per le navi in approdo. Lo scalo calabrese divide le unità in due categorie: quelle con stazza inferiore alle 50mila tonnellate pagheranno il 60% in meno, quelle superiori il 90%


Dopo la nascita di Imeta, associazione che raccoglie i tre porti di transhipment italiani, si cominciano a rilevare i primi effetti di una politica portuale tesa ad abbattere i costi del trasporto. Il porto di Gioia Tauro ha infatti annunciato la riduzione delle tasse di ancoraggio. La decisione è stata presa nell'ultima riunione del Comitato Portuale dell'autorità calabrese. I criteri votati in sede prevedono un abbattimento dei costi su tutte le navi, divise per l'occasione in due tipologie: quelle di stazza lorda inferiore alle 50mila tonnellate avranno una riduzione del 60 per cento, mentre per tutte le grandi navi che superano le 50mila tonnellate lo sconto sarà del 90 per cento. 
Grazie al decreto "mille proroghe" approvato dal governo a febbraio, le Autorità portuali sono autorizzate a ridurre le tasse di ancoraggio, ma a condizione che lo facciano attingendo alle proprie risorse senza gravare sulle casse pubbliche. Il bilancio di Gioia Tauro, purtroppo, lascia pochi margini di manovra. Secondo gli ultimi dati disponibili (2008) le entrate totali erano pari a 13,4 milioni di euro, di cui 11 milioni di tasse, a fronte di 5 milioni di uscite. Il disavanzo, quindi, è pari a 8 milioni. Il porto di Cagliari, l'altro scalo che ha applicato la riduzione sulla tassa d'ancoraggio, ha molta più libertà potendo contare su entrate pari a 22 milioni e uscite di 8. 
«La costituzione di Imeta e la riduzione delle tasse di ancoraggio rappresentano due atti importanti per fare uscire il porto di Gioia Tauro dalla crisi» ha detto Annibale Fiorenza, segretario generale Fit-Cisl Calabria. «Una decisione coraggiosa – prosegue - che nonostante le scarse risorse disponibili contribuirà a superare parte di quelle distorsioni di mercato che hanno accentuato le ricadute della crisi economica internazionale». Una parte del personale di Medcenter Container Terminal, infatti, è in cassa integrazione dal mese di febbraio e il termine, fissato il 9 maggio, sta per scadere.
I sindacati per il momento sono vigili e spingono per un superamento positivo della fase Cigo (Casa Integrazione Guadagni Ordinaria) senza compromettere il costo del lavoro. Per questo Fiorenza ha esortato l'Autorità Portuale Mct a «fare la sua parte superando la Cigo e riprendendo, da subito, ad essere soggetto imprenditoriale generatore di una rinnovata spinta propulsiva per la crescita e lo sviluppo dell'area portuale, condizione essenziale affinché il porto di Gioia Tauro consolidi la sua funzione strategica nel Mediterraneo».