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19 aprile 2024, Aggiornato alle 15,59
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Export navi tossiche, l'allarme degli ambientalisti

La proposta della Commissione Europea di smantellare in altri continenti le unità costruite con materiali pericolosi, sarebbe motivata dall'assenza di strutture idonee tra i 27 paesi dell'Unione


La Commissione Europea sta valutando la possibilità di riaprire l'esportazione di navi costruite con materiali pericolosi, perché vengano smantellate in cantieri extraeuropei, aggirando in tal modo la normativa che regola l'esportazione di materiale tossico. L'eventuale deroga per il settore marittimo sarebbe motivata della carenza di strutture adeguate fra i paesi dell'Unione. Ma le associazioni ambientaliste, riferisce il Secolo XIX, hanno già fatto scattare l'allarme. "Non sembra che la Commissione capisca la gravità di questa azione" afferma Roberto Ferrigno, portavoce di Ngo Shipbreaking Platform, un gruppo di 27 organizzazioni non governative, fra cui Greenpeace, che si batte per regolare il settore delle demolizioni navali a livello internazionale. "La proposta - afferma Ferrigno - renderà impotenti i governi europei nel prevenire l'esportazione di navi costruite con amianto e Pcb verso paesi in via di sviluppo, mettendo in pericolo i lavoratori meno protetti, in violazione di quanto impongono i trattati". La proposta della Commissione sarà comunque discussa in occasione del Consiglio europeo Ambiente, il prossimo 25 ottobre in Lussemburgo.