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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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Noli in picchiata? Non significa per forza perdita

Il Baltic Dry Index non rispecchia sempre il ricavo effettivo sui noli, dipende dal contratto stipulato sulla nave. Felix von Buchwaldt di Hamburg's Nordcapital Group spiega cos'è il charter income pools


Il Baltic Dry Index, l'indice dell'andamento dei noli delle dry bulk cargo stabilito dal Baltic Exchange di Londra,  è ritornato ai livelli del 1986. E' ormai noto che, pur trattandosi di un indice importante che aiuta a capire il comportamento del rapporto domanda-offerta delle materie prime, non è un fattore che determina sempre il prezzo effettivo dei noli per tutte le navi a carico secco o sfuso. Questo perché non tutte le navi hanno gli stessi contratti che stabiliscono lo stesso nolo.
Dal 2 gennaio 2009 il Baltic Dry Index scese per 29 giorni consecutivi, nonostante gli aumenti dei costi delle spedizioni verso la Cina. Dal 2010 in Germania sono stati almeno dieci i fondi di investimento che hanno registrato un'insolvenza di 51 miliardi di euro (fonte: Association of Non-Tradable­Closed-End Funds). Ma i manager ci tengono a sottolineare che il "Baltic" è solo un'istantanea dei tassi di nolo in un mercato per sua natura ciclico, ciò significa che non rispecchia immediatamente il prezzo dei noli sulle singole navi. Felix von Buchwaldt, amministratore delegato del gruppo Hamburg's Nordcapital Group, riconosce che il Bdi è a un "livello molto basso", la situazione del settore è "molto difficile", ma aggiunge che le navi possono continuare ad essere noleggiate a prezzo fisso per periodi molto lunghi: da qualche mese fino a 15 anni. Ciò dipende dai contratti a lungo termine. Von Buchwaldt ritiene che l'impostazione della durata del contratto di una nave sia il modo più efficace per assicurarsi una garanzia sui tempi difficili. «Una delle maggiori difficoltà emerse negli ultimi anni è la riduzione dei "charter income", ovvero i noleggi giornalieri per le navi che devono essere reimpiegate in questo contesto di mercato». Nordcapital ha molte navi con contratti della durata tra i cinque e i quindici anni «che non hanno subito l'andamento di questo mercato» afferma von Buchwaldt. Dalla fine del 2011 la società ha avviato cento finanziamenti per un totale di 122 navi, l'ultimo con la portacontainer Bendetta i cui noli sono stati fissati per 15 anni. Il pezzo forte dei contratti a lungo termine di questo tipo è il charter income pools in cui il guadagno sul nolo non viene incassato subito ma mantenuto, conservato, così da redistribuirlo quando la nave non fornisce i ricavi programmati. Risultato? Perdite ammortizzate o annullate del tutto. Azzardando un paragone, somiglia all'inverso del meccanismo dei mutui a tasso fisso: non si godono i vantaggi di un interesse variabile ma almeno non si rischia un bel niente. 
 
fonte: Investment Europe (traduzione di Informazioni Marittime)  
 
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