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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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Politiche marittime

Portolab, sei anni di didattica portuale

La realtà tutta italiana, unica nel nostro paese, nasce nel 2006. Ogni anno porta nei terminal Contship tremila ragazzi delle scuole elementari | video   di Paolo Bosso


Il video di presentazione di Portolab

di Paolo Bosso 

Portolab è una solida realtà tutta italiana, unica nel nostro paese, che promuove quella che si potrebbe chiamare "didattica portuale", ovvero l'insegnamento della cultura portuale attraverso visite guidate ai terminal dirette alle scuole elementari. Il progetto è nato nel 2006 ad opera del terminalista Contship Italia e quest'anno compie sei anni. È un'idea molto vicina allo spirito europeo dei port center, un nome che sta ad indicare una struttura nel porto che attraverso esposizioni, mostre, eventi ma soprattutto visite guidate per le scuole, si sforza di far conoscere il porto alla sua città. Portolab, come amano definirlo i promotori, è il laboratorio a cielo aperto "più grande del mondo", ad indicare l'interconnessione globale che rappresenta ogni banchina dedita ai traffici marittimi. Promosso in collaborazione con l'autorità portuale di La Spezia, a cui si sono aggiunti in seguito le authority di Cagliari, Ravenna e Gioia Tauro, Portolab coinvolge oggi numerose scuole in visite guidate aperte alle classi elementari. «Siamo partiti da tre semplici domande», mi racconta Daniele Testi, direttore marketing Conthip Italia, «i cittadini delle città dove lavoriamo sono mai entrati nel terminal? Ci siamo mai sforzati noi operatori di parlare una lingua comprensibile? Il container è un oggetto trasparente?». Un lavoro pedagogico in linea con lo spirito di integrazione sociale dei porti: «Provare a mostrare – spiega Testi – gli effetti sulla vita quotidiana delle attività logistiche attraverso i prodotti che viaggiano nei container, nelle professionalità di chi lavora in questo mondo e nello scambio culturale che l'internazionalità del settore garantisce». Portolab è oggi una realtà consolidata. «All'inizio non è stato facile – racconta Testi - ma in poco tempo il passaparola tra insegnanti e lo sforzo degli oltre trenta colleghi coinvolti hanno realizzato la magia che ci permette oggi di gestire più di tremila bambini in visita ogni anno nei porti e nei centri intermodali Contship». Il progetto è stato un esempio che nel 2011 ha spinto alla creazione del primo port center italiano, quello di Genova, a cui presto seguirà quello di Livorno che verrà presentato da Francesca Morucci, responsabile relazioni esterne dell'authority toscana, nel corso del convegno internazionale Le nouveau temps du port che si terrà tra Saint Nazaire e Nantes dal 18 al 21 giugno.

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I partner di Portolab:

Control Techniques e Leroy Somer (gruppo Emerson), OMG-MGM, SKF Logistics Services Italy, Brieda Cabins, Ceva, gruppo Grendi, sezioni Inali di La Spezia e Ravenna.