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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Eventi

Maximulta europea agli spedizionieri

L'Antitrust comunitario ha inflitto sanzioni per un totale di 169 milioni a 14 importanti società internazionali di spedizioni per aver formato quattro "cartelli" allo scopo di definire segretamente le tariffe dei servizi aerei di consegna


Quattro intese, concluse tra il 2002 e il 2007, relative a importanti rotte commerciali tra Stati Uniti, Europa e Asia, che hanno coinvolto 14 importanti gruppi di spedizioni internazionali.  Per questi accordi segreti (e vietati), che avevano l'obiettivo di definire tariffe e pratiche commerciali nel settore dei servizi di spedizione per via aerea in contrasto con le normative antitrust,  la Commissione Europea ha inflitto alle società implicate sanzioni per un totale di 169 milioni di euro. I due gruppi maggiormente colpiti dai provvedimenti dell'Antitrust sono gli svizzeri Kuehne & Nagel e Panalpina, che dovranno pagare rispettivamente 53,7 e 46,5 milioni. Tra le società punite anche il colosso americano Ups, con una multa di circa 9 milioni. Al gruppo tedesco Deutsche Post (e alle sue filiali DHL ed Exel) è stata invece assicurata l'immunità e cancellata la sanzione per aver segnalato l'esistenza dei cartelli alla Commissione. Un trattamento di favore di cui hanno beneficiato, in diversa misura, anche Deutsche Bahn (incluse le filiali Schenker e Bax), Ceva, Agility e Yusen, con riduzioni dal 5% al 50% sulla base della loro collaborazione alle indagini della Commissione.
Nel corso dell'indagine è emerso che i partecipanti al cartello segreto hanno adottato misure specifiche per occultare le azioni illecite, impiegando ad esempio nomi in codice o utilizzando account di posta elettronica creati appositamente per facilitare gli scambi di informazioni tra i partecipanti ai cartelli. "Questi accordi - ha spiegato il vicepresidente della Commissione UE, Joaquín Almunia, responsabile della concorrenza -  hanno colpito persone e società che spediscono merci su importanti rotte commerciali. Molti esportatori e consumatori europei possono essere stati danneggiati a causa di ciò. Le aziende dovrebbero essere consapevoli che oltrepassare i limiti e mettersi d'accordo sui prezzi può costare loro caro, come dimostra la decisione odierna».