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24 aprile 2024, Aggiornato alle 19,49
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Autotrasportatori: "Il cabotaggio non può essere liberalizzato"

L'associazione europea delle Pmi del trasporto stradale (Uetr) condivide con Anita le preoccupazioni in merito all'estensione della possibilità di lavorare su tratte nazionali ad altri vettori comunitari


"La concorrenza sleale ed il dumping sociale da parte di vettori di determinati paesi è ben lontano dall'essere risolto, dunque il cabotaggio non può essere liberalizzato". Con queste parole Francesco Del Boca, presidente dell'associazione europea delle Pmi del trasporto stradale (Uetr) e dell'italiana Confartigianato Trasporti, ha espresso alla Commissione Ue le preoccupazioni di tutta la categoria sull'estensione della possibilità di effettuare trasporti nazionali da parte di altri vettori comunitari.  Dubbi condivisi anche da Anita, che rappresenta le grandi imprese e chiede tutele per le aziende italiane. Nel corso delle audizioni tenute a Bruxelles, i rappresentanti di alcune associazioni dell'autotrasporto inglesi, francesi e tedesche hanno chiesto l'applicazione di meccanismi che prevedano forte regime di responsabilità condivisa per i committenti che ordinano viaggi in cabotaggio ad imprese non residenti. "Di ciò sono personalmente molto compiaciuto poiché è stata la Confartigianato Trasporti, attraverso Uetr, a chiedere per prima a livello comunitario l'attuazione di un pieno ed effettivo regime di corresponsabilità di tutta la filiera del trasporto: da tempo ci battiamo per questo sui tavoli di Bruxelles, ed il messaggio inizia a passare", ha commentato Del Boca. Anche Anita ha partecipato all'audizione della Commissione Europa sul cabotaggio stradale: "Il trasporto italiano va tutelato da qualsiasi forma di concorrenza sleale e la liberalizzazione del cabotaggio non può prescindere da un'armonizzazione europea dei costi di esercizio delle imprese", ha dichiarato il rappresentante dell'associazione.