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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

Porto di Napoli, i committenti denunciano disagi e danni alle attività

La protesta degli autotrasportatori della Fai, al terzo giorno, secondo spedizionieri ed agenti non è giustificabile. Chiesto l'intervento urgente del Prefetto Ultim'ora: Oggi 13 febbraio alle 12 riunione in Prefettura


Al terzo giorno di sospensione dei servizi di autotrasporto container dal porto di Napoli, la committenza (agenti marittimi e spedizionieri) fa il punto della situazione e risponde alle accuse di essere il responsabile del blocco dei servizi. Come è noto, tutta la questione parte dall'applicazione dei costi minimi di sicurezza, stabiliti per legge, di cui i trasportatori ne chiedono l'applicazione dallo scorso 8 febbraio.
In una lettera inviata al Prefetto ed alla Autorità portuale di Napoli, i committenti (Assospena, Assoagenti, Accsea e Consiglio Compartimentale degli spedizionieri doganali) condannano la protesta degli autotrasportatori.
Nella lettera  al Prefetto si auspica "un intervento che possa ripristinare normali condizioni per l'esercizio dell'attività presso i terminal container. La protesta organizzata dagli autotrasportatori aderenti alla FAI –scrivono i committenti-  annunciata a mezzo comunicato stampa dello scorso 6 febbraio, sta arrecando notevoli disagi e forti danni economici all'attività dell'intera comunità portuale.Tra l'altro, con un secondo comunicato stampa di ieri, tali danni vengono quantificati (150mila euro al giorno, ndr.) ed erroneamente attribuiti alla responsabilità delle imprese committenti del trasporto (spedizionieri e agenti), accusati aprioristicamente di operare fuori dall'ambito normativo". "L'atteggiamento irresponsabile degli autotrasportatori –prosegue la lettera- non trova giustificazione alcuna nel merito e neppure nel metodo della protesta. Infatti non è concepibile che una seppur legittima decisione di un autotrasportatore di interrompere i servizi nei confronti della propria committenza, al fine di tutelare i propri interessi, si traduca in un impedimento oggettivo allo svolgimento regolare di attività economiche e servizi per l'intera collettività, in assenza di proclamazione di fermo secondo i termini previsti dalla legge. Osserviamo al riguardo che, nonostante le rassicurazioni espresse nel primo comunicato stampa della FAI, di fatto la committenza che opera nell'ambito della legge non è stata affatto tutelata, essendo stato impedito l'accesso al terminal container senza distinzioni". "Riteniamo –continua l'esposto al Prefetto- che la materia attenga al rapporto contrattuale tra l'autotrasportatore ed il suo committente e che la legge preveda idonei strumenti affinché il vettore veda riconosciuto ogni suo diritto. Risulta inoltre che l'accesso al terminal container venga condizionato alla sottoscrizione di un modello contrattuale unico imposto arbitrariamente, violando così la libertà della forma contrattuale e della relativa trattativa. Evidenziamo altresì il fatto che il Protocollo d'Intesa sottoscritto dagli autotrasportatori aderenti alla FAI, nella sua prima e nella seconda stesura, risulta inaccettabile per la committenza, ponendosi al di fuori dalle previsioni normative e assolutamente avulso dagli atti amministrativi assunti dall'Osservatorio per l'autotrasporto e, sotto certi profili, anche lesivi delle regole della concorrenza. Le imprese nostre associate –conclude la lettera al Prefetto- avvieranno comunque le opportune azioni di rivalsa per i danni economici subiti e sostenuti in conseguenza dell'interruzione del servizio ad opera degli autotrasportatori, interruzione per la quale ribadiamo la necessità di un Suo pronto interessamento finalizzato a rimuovere ogni ostacolo al regolare svolgimento delle attività in ambito portuale".

Ultim'ora: Alle 12 di oggi, 13 febbraio, sono stati convocati dal Prefetto di Napoli rappresentanti della Fai, della Committenza, Autorità portuale per discutere e trovare soluzioni alla protesta degli autotrasportatori che da mercoledì scorso 8 febbraio hanno sospeso il servizio container da e per i terminal del porto di Napoli. La protesta ha origine dall'applicazione dei costi minimi di sicurezza che i trasportatori chiedono alla committenza a seguito della legge 127/10 art. 8 bis. Nei giorni scorsi c'erano state polemiche e distinguo da parte dei trasportatori prima e della committenza (agenti marittimi, spedizionieri e case di spedizione) poi, a cui s'aggiunge l'intervento contro il fermo dei servizi da parte dell'Unione degli industriali (sezione logistica, intermodalità e trasporti)