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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Infrastrutture

Fincantieri, lettera aperta ai lavoratori

Il gruppo chiarisce le sue posizioni sugli stabilimenti di Sestri Ponente e Palermo e giudica le ultime proteste "autolesionistiche"


Con una lettera aperta ai lavoratori, Fincantieri cerca di chiarire la sua posizione all'indomani delle proteste scatenate tra i cantieri di Sestri Ponente, Palermo e Genova. Le manifestazioni, culminate la settimana scorsa con l'occupazione temporanea dell'aeroporto genovese, sono, secondo il gruppo navalmeccanico, comportamenti autolesionistici «di alcune minoranze, rispetto agli oltre 8000 dipendenti di Fincantieri». «Un comportamento - afferma il gruppo - che rischia di compromettere gravemente il regolare avanzamento dei programmi pregiudicando il rispetto dei tempi di consegna». 
Entrando nel dettaglio, Fincantieri spiega che non sarebbe possibile dirottare tronconi di altre commesse per far riprendere le attività, ipotesi valida non solo per Sestri ma anche per Castellammare di Stabia e Ancona. «Sarebbe  impossibile sul piano tecnico-economico» afferma. «Il cantiere di Sestri – continua Fincantieri - nel biennio 2012-2013 sarà pesantemente interessato dai lavori di "riempimento a mare" previsti nell'Accordo di Programma sottoscritto il 28 luglio e che conseguentemente sugli impianti in tale periodo non possono essere operati che interventi di manutenzione ordinaria».
Quanto allo stabilimento di Palermo, «lo scorso 20 dicembre – continua la lettera - è stato sottoscritto un accordo a livello locale con Fim-CISL, Uilm-Uil, Failms e Ugl  che prevedeva, tra l'altro, la conferma della continuità delle attività dello stabilimento e la gestione delle eccedenze (che l'azienda si impegnava a limitare da 175 a 140 unità) utilizzando tutti gli ammortizzatori sociali disponibili e dove possibile la riallocazione in ambito aziendale. Senza licenziamenti forzosi. Tutti i punti qualificanti di tale accordo sono stati riconfermati in quello nazionale  sottoscritto insieme al ministero del Lavoro».
La lettera parla chiaro. Secondo il gruppo le ultime manifestazioni di protesta sono controproducenti, «ostacolano, con il rischio addirittura di farle sospendere, le trattative commerciali che, in questo momento di difficoltà, Fincantieri sta portando avanti».