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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

I limiti della logistica in Italia: poca informatica, troppi camion

A Milano il sottosegretario ai Trasporti Giachino incontra Ferrovie, Ligurian Ports e Assoporti. Scontro sul numero dei porti in Italia


Il contributo della logistica e il ruolo dei porti in Italia. Di questo si è discusso al Forum Internazionale della Logistica e dell'Autotrasporto tenutosi a Fieramilano nella capitale lombarda insieme al sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino. 
Anche in questo appuntamento il sottosegretario ribadisce il dato più rilevante del settore: un potenziale di crescita aggiuntiva pari a un mezzo punto di Pil l'anno. «L'impegno sulla logistica - ha sottolineato Giachino - è fondamentale, dobbiamo recuperare il tempo perduto». 
Secondo uno studio commissionato da Fiera Milano e presentato al convegno, i limiti che frenano lo sviluppo sono lo squilibrio tra trasporti su gomma e su rotaia e il basso livello di informatizzazione delle infrastrutture e delle procedure doganali.
Una scarsa efficienza che si traduce, sottolinea Fabio Dadati, amministratore unico di Fiera Milano Tl.Ti. Expo, in «una tassa annua di 40 miliardi di maggiori costi». «Non basta dire che l'Italia è la piattaforma logistica del Mediterraneo - afferma Lorenzo Forcieri, presidente di Ligurian Ports - può diventarlo ma deve accrescere la propria competitività». A partire, sottolinea, «da quelle misure che possono essere prese a costo zero, come la semplificazione amministrativa e la sburocratizzazione».
Altri, come l'ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, stigmatizzano il numero, a loro dire eccessivo, di porti nel paese. Secondo Moretti bisognerebbe «puntare al massimo su dieci scali sui quali investire».
Un'idea cui si oppone il segretario generale di Assoporti, Paolo Ferrandino: «Il sistema portuale - afferma - è una risorsa in termini di produzione di ricchezza, che ha tenuto nonostante la crisi. La quantità di merci che movimentano i nostri scali, se concentrata su soli dieci porti, li renderebbe estremamente invasivi per il territorio. Non possiamo buttare a mare quella ricchezza che è l'infrastruttura portuale del paese».