|
adsp napoli 1
28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

unitraco2
Armatori

Italia regina delle crociere. Ma per quanto ancora?

Domenico Pellegrino, managing director Msc Crociere, denuncia la mancanza di una cabina di regia che organizzi sbarchi e infrastrutture. Pellegrino: "Mentalità provinciale. Troppi porti"   


Il mercato delle crociere in Italia, si sa, non ha conosciuto crisi nel corso di questi ultimi anni. Tra sviluppo della flotta e riduzione dei prezzi i viaggi di questo tipo sono gli unici a segnare ancora margini di crescita sostenuti. Già, ma per quanto tempo ancora? A chiederselo è Domenico Pellegrino, Managing Director di Msc Crociere, intervenuto nei giorni scorsi all'Italian Cruise Day di Venezia. Il problema non è il margine di sviluppo del mercato, visto che fino al 2015, come spiega lo stesso Pellegrino, raggiungerà i 25 milioni di passeggeri sugli attuali 17. La preoccupazione è nei confronti del nostro paese: in Italia sono troppi i porti con vocazione crocieristica e la totale assenza di una regia che organizzi le infrastrutture e la logistica degli sbarchi potrà solo peggiorare le cose. Il rischio è quello di perdere competitività in un settore su cui il nostro paese può vantare attualmente una leadership europea. L'Italia, afferma Pellegrino, «è il principale paese d'imbarco del Mediterraneo, ma se vuole restare protagonista deve avviare subito una politica seria di ammodernamento delle infrastrutture a livello nazionale, superando la mentalità provincialistica che ha portato oggi alla creazione di oltre 60 porti che vantano una vocazione crocieristica. Pochi però sono oggi davvero competitivi a livello internazionale, mentre al contrario spesso chiedono alle compagnie prezzi fuori mercato a fronte di servizi inadeguati». «Non è pensabile per il nostro paese - afferma Pellegrino - riuscire a tenere il passo dei volumi di crescita del settore crocieristico senza istituire una cabina di regia a livello nazionale, in quanto i costi operativi di un numero così elevato di porti sono ormai insostenibili. Già adesso, ad esempio, molti porti italiani non sono neanche in grado di accogliere le grandi navi da crociera di ultima generazione e la ragione principale risiede nel fatto che le risorse economiche vengono inevitabilmente disperse per gestire questa eccessiva frammentazione. Il viaggio in crociera inizia e termina a terra, quindi è fondamentale che le infrastrutture garantiscano ai passeggeri imbarcanti, sbarcanti e in transito gli stessi comfort offerti a bordo delle navi. Altrimenti le compagnie saranno costrette a scegliere altre destinazioni più competitive».