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20 aprile 2024, Aggiornato alle 11,43
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Infrastrutture

Riforme a costo zero, il leitmotiv dei porti

Si chiude l'assemblea Assoporti. L'intervento di Nerli. Riduzione delle accise, indennità, fiscalizzazione e autonomia le riforme necessarie e senza peso in periodi di crisi di Paolo Bosso  


Fiscalizzazione, indennità, riduzione delle accise e incentivi al combinato strada-mare. E ovviamente l'autonomia finanziaria. Le annose richieste del cluster marittimo vengono riproposte dal presidente Assoporti Francesco Nerli in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione, svoltasi a Roma e appena conclusa. Tutte «misure in grado di dare risposta anche alle esigenze dei porti con prevalente funzione di transhipment» afferma Nerli. Se prima della crisi si parlava di "grandi opere", dopo il crash dei mercati il leitmotiv del momento, e che la categoria dei marittimi ha fatto sua, sono le cosiddette riforme a costo zero, quelle che non richiedono grossi sacrifici, come l'inserimento di nuove risorse (gettito fiscale) o l'esenzione da vecchie tasse (accise).  
Sul sovraffolamento delle Autorità portuali il presidente Nerli è chiaro: «Non sono troppi i porti italiani». A patto però che si tratti «di realtà che vanno oltre l'interesse e la funzione esclusivamente localistica». Insomma, 23 autorità portuali non sono tante. Non importa se siano grandi o piccole, basta che però siano aperte al traffico internazionale.
Ben vengano i privati ma a patto che il cuore del porto, ovvero la sua organizzazione amministrativa, resti nelle mani pubbliche. «Il modello pienamente ed effettivamente privatistico – afferma Nerli - mette in secondo piano l'interesse pubblico e la valenza di un porto; può impedire in futuro le finalità portuali o la riqualificazione urbana, come i waterfront, solo per fare un esempio».
A proposito dell'autonomia finanziaria, l'analisi di Espo mette in chiaro come l'Italia sia il paese che meno gode di questo vantaggio fiscale. Ragion per cui lo strumento è sicuramente, secondo Nerli, «un meccanismo da avviare presto per evitare la marginalizzazione dell'Italia dal mercato dei porti europei e mediterranei».  
 
Paolo Bosso