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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Navi più lente per risparmiare. E la qualità dei servizi?

La crisi impone tagli. Le compagnie marittime risparmiano milioni di dollari sul carburante viaggiando più lentamente, ma la scelta si ripercuote sull'affidabilità degli orari. L'analisi di Containerisation International


Le 3.500 tonnellate di carburante in meno consumate da ogni nave all'anno derivanti dalla lenta navigazione possono comportare una riduzione di 10.000 tonnellate delle emissioni di CO2 e un risparmio in milioni di dollari da parte delle compagnie di navigazione. Niente di più conveniente apparentemente. Eppure non bisogna dimenticare che il prezzo da pagare per la diminuzione della velocità media è un abbassamento della qualità del servizio: la merce arriva dopo. Questi dati, pubblicati da Containerisation International, mettono in luce l'importanza di queste misure ecologiche ma anche le difficoltà di alcuni operatori. A cominciare dai caricatori che, stando a un sondaggio realizzato dalla statunitense Bdp International, stanno diventando sempre più seccati nei confronti dell'arbitraria introduzione della lenta (16-20 nodi) e super-lenta (12-16 nodi) navigazione. Su un campione di 300 intervistati nella regione Asia-Pacifico, il 92% ha riferito che le proprie attività sono state afflitte dalle pratiche di lenta navigazione dei vettori, comportando un impatto negativo sui livelli delle scorte, del flusso di cassa e sul livello del servizio ai clienti.
Nessuno si azzarderebbe a criticare il sistema a tal punto da richiedere una marcia indietro (la crisi e la conseguente necessità dei tagli alle spese non lascia altra scelta), ma i caricatori si aspettano di essere ricompensati per l'aumento dei tempi morti mediante la condivisione dei vantaggi economici della lenta navigazione. Ad esempio investendo una percentuale dei risparmi di carburante nel miglioramento della qualità del servizio alla clientela.
Insomma, ad essere compromessa è l'affidabilità degli orari. Drewry Shipping Consultant ha registrato meno del 60% di arrivi in orario per i primi venti vettori marittimi a livello mondiale. Persino i primi tre vettori della classifica mondiale, in relazione all'affidabilità, faticano a migliorare la percentuale del 70% di arrivi in orario.
L'unica soluzione immediata ai ritardi potrebbe essere quella di comunicarli, ovvero aggiornare costantemente caricatori e operatori sull'andamento del viaggio della nave. Ma spesso non è una cosa data per scontata. Containerisation International infatti si domanda: perché non si possono pubblicare tempi di viaggio realistici e conseguibili? Perché in questo mondo tecnologico un ritardo per cause meteorologiche od operative nel corso del viaggio non può essere annunciato automaticamente agli importatori mediante un avviso via mail? Perché non esistono alternative al servizio espresso di linea a tariffa maggiorata del trasporto aereo per i carichi più urgenti disponibili sul mercato nelle principali direttrici di traffico? Perché sono di più i vettori marittimi che non seguono l'esempio della Apl, la quale concede ai caricatori sconti Baf per la lenta navigazione?
fonte: notiziario C.I. S. Co.