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19 aprile 2024, Aggiornato alle 13,17
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Il destino dello shipping tra commodities e offerta

Al Propeller Club di Napoli una serata con Ugo Salerno, amministratore delegato Rina. Analisi del mercato delle materie prime e previsioni per il futuro di Paolo Bosso  


Il Propeller Club Port of Naples incontra Ugo Salerno (nella foto), amministratore delegato del Rina. Allo Yachting Club del circolo Savoia una serata dedicata al tema delle commodities: Trade, shipping, investments: hotspot news.
Umberto Masucci, presidente del Propeller partenopeo, ha introdotto l'intervento di Salerno che ha intrattenuto gli ospiti analizzando il mercato delle materie prime, in particolare sulle prospettive di fine anno e inizio 2012 nel traffico delle rinfuse.
«Quest'anno l'andamento del mercato dei minerali di ferro è stato tutto sommato positivo» ha affermato Salerno. Secondo l'ad del Rina, i "Brics" e più in generale i paesi in via di sviluppo hanno permesso di trainare l'import e l'export di ferro e acciaio mantenendolo su livelli accettabili. «I maggiori produttori sono ottimisti», afferma Salerno, riferendosi soprattutto alle aziende brasiliane. «Anche se la produzione di acciaio in Cina è diminuita rispetto agli anni passati – spiega – quest'anno dovrebbe comunque segnare un +9%, dato che indica la restrizione dei mercati ma anche un'attività che non si ferma». 
Sul fronte energia le previsioni parlano di una domanda in aumento del 35% nel 2014. E' chiaro quindi che se da un lato gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una flessione generalizzata sia nella produzione che nel trasporto di energia, dall'altro questo stesso andamento sarà destinato a trasformarsi nei prossimi tre anni. Anche se è ancora presto per fare previsioni.
Per quanto riguarda il petrolio il paese che più di tutti rivoluzionerà il mercato in futuro sarà il Brasile. «Petrobras investirà più di 200 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni tra nuove piattaforme e trivellazioni. La richiesta di supply vessel sarà quindi altissima. Si calcola che nei prossimi anni il paese sudamericano avrà bisogno di 200/300 unità di questo tipo. L'unica pecca è che le misure protezionistiche del Brasile restano alte, per cui alla maggior parte dei costruttori verrà chiesto di realizzarle in loco».
Per quanto riguarda la Cina, Giuseppe Bottiglieri, presidente dell'omonimo gruppo armatoriale, afferma come ormai questo paese sia «a tutti gli effetti uno dei primi costruttori mondiali di navi. Ma la sua politica cantieristica necessita ancora di interventi "normalizzanti" come l'abbassamento dell'età del naviglio a 25 anni e l'introduzione di premi per la demolizione». «Ma sono fiducioso –ha osservato- presto anche lì verranno introdotte queste misure».
Infine, sul rapporto domanda-offerta Bottiglieri ritiene che l'andamento dei prossimi anni «resterà ancora squilibrato». Ma proprio su questo rapporto, che sta caratterizzando la crisi di questi anni, lo shipping mostra la sua peculiarità. «Il problema del settore marittimo risiede nell'offerta, non nella domanda –afferma Fabrizio Vettosi, analista finanziario nonché socio del Propeller– proprio l'inverso dei mercati finanziari». Ed è qui che risiede la chiave per la ripresa di questo settore. 
 
Paolo Bosso