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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Infrastrutture

Ucina critica la manovra di Ferragosto

Confindustria nautica non ci sta alle nuove misure governative "antievasione". Albertoni: "Leasing sul 99% degli acquisti. Manovra di dubbia utilità" 


«Misure contraddittorie e di dubbia utilità». Con queste parole Anton Francesco Albertoni, presidente Ucina-Confindustria Nautica, ha definito i provvedimenti della manovra "antievasione" del governo approvata a Ferragosto.
Nell'ultimo biennio l'industria nautica ha registrato una flessione generale in tutti i comparti e la manovra, secondo Albertoni, «non fa che danneggiare le aziende della nautica, già fortemente colpite dalla pesante contrazione dei fatturati registrata nell'ultimo biennio. Questo stato è aggravato dalla rappresentazione fuorviante, che non cessa di riproporsi ogni giorno, dell'associazione diportista uguale evasore fiscale e il tutto a pochi giorni dall'apertura del Salone Nautico di Genova, prima vetrina mondiale dell'industria nautica».
Per l'Ucina la nautica non dovrebbe pagare a caro prezzo una politica antievasione che dovrebbe concentrarsi in ben altri settori. «Nel nostro paese – spiega il presidente Ucina - sono poco più di 600 le società che si occupano di diritto di noleggio e locazione. Un dato insignificante se raffrontato alle 35mila società di comodo citate dagli organi di stampa negli ultimi giorni». Il comparto ha già gli strumenti utili ai controlli. «Il 99% delle imbarcazioni - afferma Albertoni - viene infatti acquistata tramite il leasing e, pertanto, tutte le transazioni possono essere verificate dall'Agenzia delle Entrate». Inoltre l'80% del parco nautico è formato da scafi con valore di acquisto inferiore a quello di una utilitaria.
Dure critiche anche alla tassa annuale di possesso, avanzata da Domenico Scilipoti, segretario del Movimento di Responsabilità Nazionale. Per Albertoni si tratta di «una misura insensata, che finirebbe con il dare il colpo di grazia a un settore già pesantemente vessato dalla crisi economica».
«Rivolgo un appello al Governo - ha concluso Albertoni - affinché faccia chiarezza sui propri obiettivi e sugli strumenti che intende adottare per raggiungerli e perché sia tutelato un comparto che, senza considerare l'indotto, anche turistico, ad esso collegato, dà lavoro a più di 9mila persone e che, qualora venissero finalmente adottate una serie di misure che da tempo l'associazione invoca, potrebbero rendere la nautica una fonte di introiti per l'erario ben superiori a quelli recuperati attraverso eventuali tasse».