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23 aprile 2024, Aggiornato alle 16,31
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La penuria del container

Dopo cinque anni di superproduzione e il brusco stop del 2009, la domanda ha avuto un'impennata e quest'anno mancano all'appello circa 3 milioni di teu. Così il "box" è diventato costoso. Dopo la sovracapacità quest'anno la flotta mondiale deve fare i conti anche con la penuria dei container. Rapporto del World Shipping Council


Non basta la sovracapacità, ora ci si mette anche la penuria di container. Il World Shipping Council (Wsc) ha pubblicato recentemente il rapporto "Container Supply Review" nel quale esamina la consistenza della flotta mondiale di container. Ebbene la cattiva notizia è che entro quest'anno il mercato si troverà a far fronte ad una carenza di disponibilità di container proprio nel periodo di picco del trasporto marittimo. Sovracapacità e scarsità di contenitori nello stesso momento sembrerebbe un controsenso, purtroppo no. Significa invece che le navi sono troppe e i container troppo pochi.
Nei cinque anni precedenti la crisi mondiale la produzione di nuovi "box" è stata vertiginosa, con una media di più di tre milioni di container da un teu all'anno costruiti. Il 2009, invece, anno del crack, ha visto solo 450.000 teu prodotti. Ciò ha determinato una diminuzione complessiva dell'1,4% della consistenza della flotta mondiale di container dopo anni di continua espansione.
Attualmente la flotta mondiale è costituita da circa 18.605.000 milioni di pezzi, per un volume pari a 28.535.000 di container da 20' (teu).
Vi domanderete: com'è possibile che si è arrivati a questo punto se nell'anno della crisi erano milioni i container vuoti in attesa di essere utilizzati? Ebbene nel corso del 2010 la ripresa del traffico marittimo containerizzato è avvenuta prima del previsto ed ha comportato l'impiego della flotta in precedenza non utilizzata. Tale inattesa domanda è stata determinata anche dalla decisione delle compagnie di navigazione di operare i servizi di linea in modalità slow-streaming, cioè riducendo la velocità delle navi per diminuire il consumo di fuel, modalità che rende indispensabile l'impiego di un maggior numero di container, circa 1,4 milioni di teu in più. Vettori marittimi e società di noleggio container si sono quindi rivolti ai produttori per l'acquisizione di nuovi container (il 60% circa della produzione è stato comprato dai noleggiatori) e le fabbriche hanno ripreso gradualmente l'attività arrivando a fine 2010 a produrre complessivamente circa 2,5 milioni di teu. Tuttavia all'inizio del 2011 la flotta mondiale di contenitori aveva una consistenza inferiore (circa tre milioni di teu in meno) rispetto a quella che sarebbe stata raggiunta se la produzione fosse proseguita seguendo il trend di crescita ante-crisi. Insomma c'è stata una brusca accelerazione della produzione nei cinque anni precedenti la crisi, un improvviso stop e subito dopo un'impennata della domanda dovuta a servizi meno frequenti ma più capienti. 
Secondo Wsc, pur con la ripresa della produzione dei container da parte delle fabbriche avvenuta nel 2011, anno nel quale è prevista la costruzione di 3,5 milioni di container teu arrivando a non più di 4-4,5 milioni di nuovi teu nel caso vengano anticipati gli ordini, già nel corso di quest'anno la fornitura di container può essere insufficiente a soddisfare la domanda. Inoltre nel 2011 i prezzi dei container sono al massimo storico e sono destinati a rimanere elevati nel corso dell'anno.