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26 aprile 2024, Aggiornato alle 17,27
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Infrastrutture

Nautica, governo vara decreto Sviluppo

Semplificazione amministrativa per le unità da oltre 24 metri. 40mila posti barca dalle aree inutilizzate dei bacini portuali. Nuove direttive sui trasporti eccezionali. Ucina: "Finalmente una politica per la nautica dopo due anni difficilissimi" 


Le nuove misure per l'industria nautica contenute nel decreto Sviluppo varato la settimana scorsa dal governo sono state accolte positivamente da Ucina Confindustria Nautica, secondo la quale con queste nuove direttive si è raggiunto un «importante e inequivocabile indirizzo politico». Dopo «due anni difficilissimi», ha commentato il presidente Ucina Anton Francesco Albertoni (nella foto), «il governo ha finalmente tracciato una politica per la nautica. Ora ci aspettiamo che il segnale sia subito raccolto anche dai vari settori dell'amministrazione chiamati a completare quei provvedimenti che il comparto attende da molto tempo». «Avere una barca, piccolissima, media o grande che sia - continua Albertoni - non deve più essere una colpa, né una fatica improba, esattamente come accade in tutti i paesi maggiormente sviluppati. Ben vengano dunque un taglio alla burocrazia e le semplificazioni per creare posti barca a basso costo».
Le misure varate sono rivolte al rilancio della media e piccola nautica. In particolare, la destinazione al diporto delle aree inutilizzate dei bacini portuali esistenti per ricavare 40.000 posti barca nel rispetto dell'ambiente e 10.000 nuovi posti di lavoro nei servizi e l'eliminazione della licenza edilizia per i pontili galleggianti, «un'inutile duplicazione della concessione demaniale - ha sottolineato l'associazione - che fino a oggi ha frenato lo sviluppo di strutture a basso impatto e ha privato l'erario dei corrispondenti oneri demaniali. Il rinvio a una regolamentazione omogenea in tema di concessioni portuali turistiche, da emanarsi ad opera della Conferenza Stato-Regioni consentirà poi di dare un assetto coerente a tutta la materia».
La semplificazione amministrativa ha interessato anche le unità da diporto di oltre 24 metri, ponendo rimedio, spiega l'associazione, «a una grave lacuna del Codice della Nautica che non considerava le grandi unità di cui l'Italia è il primo produttore mondiale. La semplificazione della loro gestione amministrativa, lasciando inalterate le discipline tecniche di sicurezza e fiscali, consentirà di far tornare nel nostro Paese i grandi yacht, attraendo l'indotto di centinaia di milioni di euro l'anno generato da gestione e manutenzione».
Sono state semplificate le autorizzazioni per i trasporti eccezionali rendendo i costi di movimentazione delle industrie nautiche italiane equiparabili a quelli delle aziende francesi e tedesche.
«La nautica - ha concluso Albertoni - è fiera di poter contribuire con il proprio sviluppo anche al risanamento dei conti del Paese. Ora avanti tutta con i provvedimenti amministrativi per i quali Ucina Confindustria Nautica si batte da tempo e che sono ancora in sospeso: circolare su noleggio e locazione, riconoscimento dei titoli marittimi italiani a livello europeo, nuovo esame nazionale della patente nautica, registro elettronico per le immatricolazioni, intesa Stato-Regioni sulle concessioni demaniali».