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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Logistica

Alsea chiede un'agenzia doganale europea

Secondo il presidente Schiavoni faciliterebbe lo sportello unico, i controlli sanitari e l'integrazione porti-aeroporti


Il Codice doganale europeo (in vigore dal 2016) è stato il primo passo, ma ora «auspichiamo che si crei al più presto un'agenzia doganale europea, con standard comuni e una banca dati condivisa in modo da disinnescare pratiche anticoncorrenziali come quelle sui controlli tessili e sull'abbigliamento, che hanno portato a un calo dei volumi delle merci movimentate in Italia». Così Betty Schiavoni, presidente degli spedizionieri lombardi di Alsea, rilancia l'armonizzazione dei controlli doganali in Europa nel corso dell'assemblea dell'associazione, tenutasi a Milano. Un'agenzia doganale europea potrebbe facilitare diverse cose: l'integrazione porti-aeroporti, lo sportello unico, i controlli sanitari. «In Italia – continua - si paga di più e ci sono maggiori controlli, nonostante il nuovo codice doganale europeo ci porti verso una maggiore armonizzazione. Il codice prevede che qualsiasi operatore doganale possa operare ovunque nell'Ue, è naturale che si vada verso l'Agenzia europea, una proposta già presentata da Confetra e rilanciata recentemente anche dal direttore dell'Agenzia delle dogane, Giovanni Kessler».
Porti e aeroporti insieme
A proposito dei porti, secondo Schiavoni si devono integrare maggiormente con gli aeroporti creando un unico sistema logistico, magari sotto un'unica autorità, seguendo il criterio accorpativo della riforma portuale iniziata nel 2016 e ancora in corso di svolgimento.

Schiavoni: «Valichi alpini fondamentali»
L'Italia, ricorda Schiavoni, è il quarto paese esportatore del Vecchio continente, ottavo mondiale. Alsea prevede che nei prossimi tre anni la crescita delle importazioni dovrebbe attestarsi intorno al 4,5 per cento, considerando che il rapporto export-import sul Pil in Italia è tra i più alti d'Europa, del 48,7 per cento, dato che evidenzia l'apertura alle esportazioni. Il 55 per cento dell'export e il 60 dell'import avviene con i paesi membri. Secondo Schiavoni «sono quindi fondamentali per la nostra economia i valichi alpini e le reti ferroviarie e stradali. Per questo l'Italia deve assumere un ruolo guida nella politica delle Alpi in modo che non si ripetano più decisioni unilaterali di Stati volti a limitare il traffico di merci pesanti».

Oltre a un'agenzia europea, Schiavoni spinge per la realizzazione di uno "sportello unico doganale e dei controlli", il SUDOCO, per la facilitazione dell'e-commerce, per il rimpolpo del personale dell'USMAF (uffici di sanità marittima del ministero della Salute) e per la velocizzazione dei permessi per i trasporti eccezionali. Tutte misure che possono rientrare all'interno di un unico ombrello istituzionale, l'agenzia doganale europea.