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16 aprile 2024, Aggiornato alle 15,53
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Infrastrutture

Consulta blocca nuova stazione Beverello. Spirito: "Pronto piano b"

La Corte costituzionale boccia il decreto da 20,5 milioni per la nuova filtering line . L'Autorità portuale rassicura: "Pronti altri fondi"  


di Paolo Bosso

«Ci siamo messi in moto, finanziamo il Beverello ugualmente con una riserva di investimenti significativi che comprendono da un lato interventi di manutenzione straordinaria, dall'altro la de-finanziarizzazione di alcune opere non prioritarie». Pietro Spirito, presidente dell'Autorità di sistema portuale (Adsp) del Tirreno centrale (Napoli, Salerno e Castellammare) rassicura: la nuova stazione marittima del molo Beverello del porto di Napoli si farà. La Corte costituzionale – con la sentenza 74 di aprile scorso – ha dichiarato infatti illegittimo l'art. 1, comma 140 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019), «nella parte in cui non prevede un'intesa con gli enti territoriali in relazione ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri riguardanti settori di spesa rientranti nelle materie di competenza regionale». Sostanzialmente, come spiega Spirito, «il governo ha fatto il provvedimento senza passare per la Conferenza Stato-Regioni, per questo è stato dichiarato incostituzionale».
 
Il decreto bocciato dalla Consulta riguarda, sul Beverello, 20,5 milioni di euro per realizzare una nuova stazione marittima per gli oltre 5 milioni di passeggeri che ogni anno passano di lì diretti alle isole del golfo. È stato presentato a febbraio, a Napoli, insieme all'allora ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, all'interno di un fondo statale da 100 milioni dedicato ai waterfront portuali italiani, con tanto di linee guida ministeriali, e approvato dal Cipe nel 2016.
 
Il waterfront di Napoli
La riqualificazione del waterfront napoletano ha un'arzigogolata storia. Inizia nel 2003, anno di nascita di Nausicaa, la in house della vecchia autorità portuale incaricata di progettare e realizzare l'ampio waterfront che va dal molo San Vincenzo a Porta di Massa (poco più di 1 km). La società fallisce nel 2011 con un ambizioso progetto disegnato da un gruppo di architetti guidato da Michel Euvé e che resta un modello vincolante per i progetti successivi. L'anno prima gli armatori presentano un progetto alternativo, a spese loro, da circa 10 milioni, un impegno che nel 2014 li ha spinti anche a porre il veto all'ultimo progetto urbanistico rimasto. Infine, il progetto dell'Adsp presentato a febbraio e bocciato dalla Consulta un mese dopo. Una iosa di idee per una zona nevralgica della città, tanto per il turismo di cabotaggio e crocieristico che per il traffico urbano: lì scorre l'arteria di via Acton che taglia in due il centro dividendo porto e città. Il progetto dell'Adsp prevede, infatti, una volta concluso l'eterno cantiere della metro di Piazza Municipio, e una volta realizzata la stazione marittima, un sottopassaggio tra il Beverello e la fermata della metropolitana con un piccolo parco archeologico con i ritrovamenti dei primi anni di cantiere della metro, tra cui diverse navi di epoca romana.

Il progetto della nuova stazione del Beverello
In termini architettonici, si tratta di una stazione marittima dei traghetti basata sulle filtering lines: una galleria ipogea scavalca il caos di via Marina e sfocia, a mare, su una nuova biglietteria degli aliscafi e, verso l'interno, nella stazione della metro "porto" in costruzione. In mezzo, gallerie commerciali, servizi, spazi all'aperto e, si spera, attività culturali. 
Uno spazio senza barriere, un corridoio pedonale che dal molo Beverello porta a Palazzo San Giacomo. Un pacchetto progettuale che rientra in una prima fase. Parallelamente all'apertura del cantiere, l'Adsp vuole infatti realizzare anche una nuova banchina che elimini gli instabili accosti in andana. Ora rischia di saltare tutto di nuovo ma l'Adsp garantisce la presenza di risorse alternative, forte anche di un avanzo di gestione 2017 di oltre 8 milioni di euro, superiore di oltre 5 milioni rispetto al 2016. «È un lavoro di slalom, ma un piano B ce l'eravamo già preparato», conclude Spirito.